Alemanno: il partito della nazione nasce solo se siamo contro l’euro e se diciamo no al Ppe
La svolta contro l’euro e l’uscita dal Ppe: queste per Gianni Alemanno le tappe fondamentali per costruire il partito della nazione. Con l’obiettivo – ha spiegato – di far recuperare quella sovranità nazionale che è essenziale per uscire dalla crisi. Una partita che si gioca a Bruxelles e di cui occorre essere consapevoli. Alemanno, tra i protagonisti della svolta di Fiuggi del ’94, ha ricordato la nascita di An, ha rievocato l’entusiasmo di quei giorni ma ha anche parlato degli errori commessi in questi 19 anni perché “siano da monito per non rifare gli stessi sbagli”. Per Alemanno la destra ha perso identità nel suo cammino: “In alcuni momenti An è sembrata la fotocopia di Forza Italia”.
Quindi si è soffermato sullo shopping ai danni del made in Italy eseguito da aziende straniere e da multinazionali: 130 marchi hanno cessato di essere italiani. La tipicità dei nostri prodotti e delle nostre aziende, ha continuato, si difende affrontando con regole chiare sul mercato la concorrenza sleale che si fa sentire ogni giorno. Una strada che altri Paesi hanno intrapreso.
Quale l’obiettivo politico immediato? Costruire un fronte comune con le forze politiche consapevoli che l’euro è lo strumento del dominio economico della Germania. Secondo Alemanno compito della destra dev’essere anche quello di correggere l’eccesso di federalismo che c’è stato nel nostro Paese. “Dobbiamo riportare – ha detto – materie essenzali come la sanità sotto il controllo diretto dello Stato, al fine di tagliare la spesa pubblica improduttiva e restituire un ruolo non parassitario agli enti locali”. La destra, secondo l’ex sindaco di Roma, dev’essere orgogliosa della sua missione culturale in un mondo globalizzato: contrastare il pensiero unico, valorizzare le differenze contro l’omologazione.