Perché dicono che Arisa vincerà il Festival? Semplice, è un’icona gay antiberlusconiana

19 Feb 2014 17:32 - di Girolamo Fragalà

La sua canzone non entrerà nella storia della musica italiana, non è un granché, l’interpretazione non è stata eccellente. Ma a leggere i giudizi dei critici (di sinistra) Arisa è stata fantastica, inimitabile, perfetta, una voce da incanto, chi sarà mai Mina di fronte a lei? Un coro unanime, com’è unanime il coro a favore di Renzi e come fu quello a favore di Monti. Lei la donna della provvidenza sanremese dopo due uomini della provvidenza politica. È da giorni che Arisa è data per favorita (o comunque nel piccolo ventaglio dei favoriti), il voto della giuria di qualità per lei è scontato, viene coccolata dagli scommettitori che – furbi – hanno puntato su di lei.  Un motivo c’è, la cantante ha due stellette al merito. Innanzitutto è un’icona gay e di questi tempi – tra favole omosessuali insegnate negli asili e storielle di pinguini maschi innamorati tra loro – va di moda. E Arisa aveva già conquistato i cuori degli opinionisti di sinistra per alcune dichiarazioni accolte con entusiasmo. Al settimanale “A”, infatti, ha dichiarato: «Sto con un uomo, ma se fossi bisex? Mi innamoro spesso della testa di alcune di loro, però il sesso è un’altra cosa, non l’ho mai fatto. Sì, in passato ho ricevuto delle avances dalle donne, ma ora che vorrei provare non me le fa più nessuno. Charlize Theron e Kate Winslet sono i miei ideali femminili». In altre occasioni ha detto di sentirsi «un po’ maschio» e quindi di avere «un lato gay», per poi arrivare a schierarsi a favore dei matrimoni omosessuali (in un video di Condividilove ha lanciato l’appello: «Sposatevi!»).  Tutto questo è in perfetta linea con il politicamente corretto imposto goccia dopo goccia dalla sinistra nel nostro Paese. Ma forse il merito maggiore di Arisa è di aver fatto una dichiarazione di fuoco nel corso della trasmissione di Radio2 Un giorno da pecora: «Chi se ne frega di come Berlusconi se ne andrà, l’importante è che se ne vada». Perfetto. Bene, brava, bis.  Parole che garantiscono un occhio di riguardo sulle critiche dei giornali e una chance in più di vittoria al Festival. Ma Sanremo è Sanremo e c’è sempre l’incognita dell’ultimo minuto. E magari anche la “prescelta” di Fabio Fazio potrebbe scendere dal podio.

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