Nel festival milionario di Fazio non ci sarà spazio per i marò. Senato, la Bonino scopre finalmente l’Onu

13 Feb 2014 11:42 - di Priscilla Del Ninno

Dopo lo schiaffo di Ban Ki-Moon al ministro Bonino e al caso Marò – che invitava Italia e India a risolvere sul piano «bilaterale» la vicenda dei due militari, Latorre e Girone – ora anche il Festival di Sanremo prende le distanze dal caso e volta le spalle ai due fucilieri di marina. Così, in un’intervista rilasciata a Il Tempo, il direttore di Raiuno Giancarlo Leone annuncia: «Il tema di quest’anno è la bellezza. E la qualità della vita nel nostro Paese. Non entreremo nel merito delle vicende internazionali». Eppure, in passato, sul palco dell’Ariston si sono affrontate tematiche sociali e sono state promosse campagne di beneficenza intercontinentali: una su tutte, vale la pena citare l’edizione del 2006 condotta da Paolo Bonolis, quando Povia si esibì nell’ambito di una serata benefica dedicata ai bambini del Darfur con il brano I bambini fanno oh. 

E allora? Forse il caso dei nostri due militari, detenuti da ormai due anni in India. ha meno appeal internazionale di altre vicende? O forse promuovere dal pulpito sanremese iniziative a favore di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone rischia di offuscare la “bellezza” del tema? Tant’è: un’altra occasione sprecata per rivendicare il torto che il Paese intero, insieme ai due militari, sta subendo. Un torto diplomatico, politico, giuridico, che brucia più degli estenuanti rinvii burocratici e dei pasticci amministrativi della giustizia indiana. Un torto che alimenta la preoccupazione del governo per le «ripercussioni negative» che l’applicazione della legge anti-terrorismo nei confronti dei due marò potrebbe avere sulla lotta alla pirateria e al terrorismo internazionale (la Corte suprema indiana deciderà il 18 febbraio su richiesta della procura generale). Una preoccupazione, come sottolineato dalla Farnesina, «condivisa pubblicamente anche dall’Alto rappresentante dell’Ue, Catherine Ashton, e dal Segretario Generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen». Dunque, tutt’altro che «bilaterale». Un affronto, a cui l’Italia sta provando a reagire con durezza, minacciando anche di fermare la propria partecipazione alle missioni all’estero. Una situazione al “limite”, che ha finito per coinvolgere anche le Nazioni Unite, chiamate in causa dall’applicazione della Sua Act (la legge anti-terrorismo), nei confronti dei due fucilieri italiani impegnati in attività anti-pirateria, attività come noto previste da alcune Risoluzioni delle Nazioni Unite. Un caso che, evidentemente, a giudizio di Fabio Fazio, Luciana Litizzetto and company, non ha la dignità necessaria per assurgere al privilegio di essere menzionato sul palco del Festival di Sanremo. Eppure una vicenda umana, prima ancora che diplomatica, su cui – assicura la Bonino riferendo in aula al Senato – il governo continuerà a lavorare con l’obiettivo di «riportare in Italia con dignità» Massimiliano Latorre e Salvatore Girone.

Anche perché, come ha ribadito il ministro degli Esteri in Aula – rinfrancata telefonicamente dalla «comprensione e dall’assicurazione di una sua successiva azione nei confronti delle autorità indiane» garantite dal segretario generale dell’Onu Ban Ki-Moon – «oggi non si pone più una questione bilaterale. Oggi abbiamo l’appoggio della Ue e della Nato: c’è in gioco l’applicazione dei principi di fondo dello stato di diritto».

 

 

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