La democrazia al tempo di twitter, ovvero la politica a misura di cafone
L’ultima sparata di Beppe Grillo sul Blog: «In Italia è in corso, ora, un colpo di Stato». Non s’ode però alcun frastuono di cingoli dalle principali strade di Roma. Arriva solo un cinguettio di Matteo Renzi su twitter:«Ha detto Beppe Grillo che è in corso un colpo di Stato. Mi pare sia il tredicesimo dall’inizio del 2014. Fate attenzione, mi raccomando». Evviva! La democrazia è salva: possiamo fare shopping per via del Corso in tutta tranquillità. Si scomoda un leader “carismatico” a rispondere all’ennesima, sesquipedale scemenza di un leader comico. Nella giornata di martedì 4 febbraio non si parlava d’altro sulla rete e sulle homepage dei principali siti politici. Il dibattito pubblico è tutto qui. Uno la spara grossa, un altro, o la spara più grossa, oppure tira fuori una sapida replica che si espande in modo “virale” sul web. È la democrazia 2.0, bellezza! Che vuoi di più dalla politica? Tanto si sa che la politica non può più risolvere i tuoi problemi. Può però farti divertire, sganasciare, deliziare. Può, la politica 2.0, tirare fuori il teppista che è in te. Può permetterti di liberare le tue frustrazioni, la tua innata cattiveria, la tua voglia di infangare, insultare, sporcare, demolire. Tanto è tutto un gioco. O no? Domani comunque è un altro giorno. E altre scemenze, insulti gratuiti correranno per la rete, liberi, leggeri e perversi. Scemenze e insulti, seguiti poi da regolare smentita. Chiedere scusa non costa nulla. E il mea culpa arriva quando il danno è ormai fatto e strafatto.
Specialisti nella tecnica di lanciare il sasso e nascondere la mano sono i grillini. Prima provocano e vellicano i peggiori istinti degli utenti della rete. Poi cancellano l’insulto e la provocazione, accusando non meglio precisati “infiltrati” e “sabotatori”. Come è accaduto nel video sulla Boldrini postato da Grillo. Un filmato comunque triste, condotto da uno stolido ragazzotto un po’ coatto. I grillini sul web si scatenano. Poi il MoVimento fa sapere ufficialmente che non sono stati loro; che qualcuno di notte si è divertito ad aggiungere fango a fango. Ma la presidentessa non ci sta. E va nientemeno che da Fazio per esprimere lo sdegno delle istituzioni per l’aggressione grillina, così da ingigantirne l’impatto. Ve la immaginate una Nilde Iotti che si faceva invitare da Ugo Zatterin per replicare all’eventuale teppistello che le avesse scritto parole infamanti sul muro sotto casa? Se è per questo, non si sarebbe potuta immaginare neanche una Irene Pivetti mettersi a duellare con i coatti. Ma è quello che accade al tempo della democrazia 2.0, la democrazia dei 140 caratteri su twitter, la democrazia dei carneidi che diventano opinion maker. «Il medium è il messagio», diceva Marshall McLuhan, per significare che lo strumento del comunicare fa tutt’uno con la comunicazione, dettandone contenuti e stile. Ma forse qualcosa di più profondo e inquietante è accaduto nella testa di milioni di persone: un crollo, una caduta, un cedimento di strutture mentali e culturali. Chi lo sa? Ai sociologi, agli psicologi e ai politologi l’impegnativo giudizio. A noi, comuni mortali, non resta che lo strumento del clic. Cambiamo canale! O, per meglio dire, pagina web.