Gb, il Daily Mail attacca i laburisti: «Aiutavano organizzazioni pro pedofilia, chiedano scusa»

25 Feb 2014 19:15 - di Antonio Pannullo

Di nuovo ai ferri corti il Daily Mail e il partito laburista britannico: il quotidiano infatti chiede da una settimana alla numero due del partito – la veterana Harriet Harman, già ministro per le Donne di Tony Blair nel 1997 – di scusarsi per aver lavorato negli anni ’70 per un’organizzazione che aveva tra i suoi affiliati un gruppo pro-pedofilia. Ma lei non si scusa, anzi rilancia, denunciando come al solito la “macchina del fango” del Daily Mail che, dice, ha motivazioni politiche e per questo è il giornale che deve scusarsi con lei. Tra il 1978 e il 1982 Harriet Harman lavorava come responsabile legale in un’organizzazione per la difesa dei diritti civili che aveva tra i suoi affiliati la “Pedophile information exchange” (Pia), gruppo che aveva fatto anche campagna per abbassare l’età del consenso sessuale fino a 10 anni. Di questo il Daily Mail chiede conto e, evocando il caso Savile, riflette sulla responsabilità di chi in quegli anni non aveva avuto l’attenzione adeguata. «Non ho nulla di cui scusarmi», va ripetendo da ore Harriet Harman. E pur rammaricandosi per l’esistenza di quella organizzazione, sottolinea: «Il mio lavoro non aveva nulla a che vedere con quel gruppo, è un’accusa ingiusta e una calunnia, per la quale è il Daily Mail a doversi scusare con me». Il Daily insiste, dicendo che prima la Harman aveva negato di conoscere quell’associazione, mentre in seguito ha ammesso di esserne a conoscenza. La vicenda ha fatto emergere anche un’evidenza già nota nel Regno Unito, ossia lo sbilanciamento della prestigiosa Bbc verso sinistra. In questi giorni infatti il potente network tv ha evitato di dare risalto alle accuse che da ogni parte stanno precipitando sul partito laburista, il cui leader Miliband si rifiuta di affrontare. Persino dalle rassegne stampa, accusa il Daily Mail, la Bbc si premura di tagliare ogni riferimento alla scottante – per i laburisti – vicenda. Insomma, una stampa faziosa e di sinistra non è prerogativa solo dell’Italia.

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