Berlusconi all’opposizione. Ma la sua vittoria morale l’ha già ottenuta

27 Feb 2014 16:12 - di Oreste Martino

Più passano i giorni dall’insediamento del nuovo governo più aumentano i segnali che fanno intravvedere un solido accordo tra Renzi e Berlusconi sulla durata della legislatura e sulle riforme da fare. Formalmente Forza Italia è all’opposizione, ma tutte le liturgie sostanziali della politica sono univoche e lasciano comprendere che il vero asse che regge il segretario Pd a Palazzo Chigi è quello con Palazzo Grazioli.

Il Cavaliere non manca occasione di dire che Renzi è bravo e che piace agli italiani, di sottolineare che è un peccato che non appartenga al suo schieramento, di far lodare dai suoi le capacità del premier, fino a farlo definire – in maniera davvero impropria – un incrocio tra Pico della Mirandola e Machiavelli. Ieri Berlusconi è arrivato a dire che l’ex sindaco di Firenze ha fatto fuori in poco tempo più comunisti di quanti ne abbia eliminati lui in venti anni.

A parte le esagerazioni e il colore, i fatti parlano chiaro. Renzi e Berlusconi volevano liberarsi di Letta, il primo per prenderne il posto e il secondo per vendicarsi dell’operazione Alfano che lo mise in minoranza in Parlamento. Entrambi vogliono limitare lo strapotere del presidente Napolitano, restituendolo alle sue funzioni notarili senza interferenze nel governo del Paese, entrambi vogliono una legge elettorale che spinga il sistema verso un sostanziale bipartitismo, dove la parte del leone la fanno il Pd e Forza Italia e dove gli alleati devono sottostare alle regole imposte dai grandi partiti per non morire. L’asse tra i due serve inoltre in chiave interna ai partiti, a Renzi per sterilizzare gli oppositori democratici e a Berlusconi per tenere tranquille le anime più agitate della sua classe dirigente.

Ci sono poi segnali molto più solidi dell’intervenuto accordo, come la nomina di Andrea Orlando a Ministro della Giustizia e di Federica Guidi ministro dello Sviluppo economico. Su queste due vicende, vitali per il Cavaliere, Renzi è stato generoso. Orlando quando era responsabile della giustizia del suo partito in un’intervista al “Foglio” criticò l’ossessione giustizialista contro Berlusconi ed aprì a molte proposte di merito care a Palazzo Grazioli. La Guidi è certamente una moderata che il leader di Forza Italia ben conosce e non è un caso che il suo ministero sia quello che ha assordito il vecchio ministero delle comunicazioni. Giustizia ed emittenza sono state dunque blindate affinché nessuno faccia uno sgarbo al più forte e sincero alleato.

Anche il percorso che si prevede è in sintonia con gli interessi del premier e dell’ex inquilino di Palazzo Chigi. L’obiettivo sembra essere quello di far vivere al governo tre mesi di “luna di miele”, per poi far emerge dalle elezioni europee che Pd e Forza Italia hanno occupato tutto il campo, lasciando solo lo spazio a Grillo per il voto di protesta. Il sogno di Renzi e Berlusconi è che nessun loro alleato superi lo sbarramento del 4% per entrare in Europa, dando una spinta al bipartitismo a cui mirano. Dopo la “luna di miele” e le europee ci sarà la passerella internazionale della presidenza di turno del semestre europeo e poi quasi certamente il Parlamento sarà sciolto e si andrà al voto nei primi mesi del 2015, in modo che Renzi possa piazzare tutti uomini suoi e Berlusconi possa blindare il centrodestra limitando al massimo il peso degli alleati che vorrebbero che lui si facesse da parte. Fatto l’Italicum, su cui Renzi e Berlusconi non derogheranno, sarà poi impossibile far saltare la strategia che è alla base dell’accordo tra i due.

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