Santoro non buca più il video. Lo share di “Servizio pubblico” al minimo storico. Senza Silvio il pubblico scappa?
Michele Santoro non tira più come una volta. Nelle ultime settimane lo share di Servizio Pubblico è sceso impietosamente e ieri è stato stracciato dalla fiction Don Matteo 9, in onda nel prime time su RaiUno. È stato un boom di ascolti per la serie che vede per protagonista Terence Hill, che ha totalizzato nella prima parte dello sceneggiato 8.759.000 telespettatori per uno share del 29,66%. Il giornalista che un tempo era il più amato dalla sinistra, l’anchorman di Samarcanda e Ballarò, invece, ha toccato il suo mimimo storico (meno dell’8 per cento, meno di due milioni di spettatori) proprio nell’anniversario dell’ormai celebre puntata in cui Silvio Berlusconi (all’epoca davanti a sei milioni di telespettatori) spolverava scaramanticamente la sedia di Travaglio. «Certo – fa notare Europa – scarseggiavano i numeri anti-Casta, che ormai in un talk show politico hanno il ruolo della lap dance per riempire i bar. Ma al di là di questo, anche l’ultimo Ballarò non aveva granché brillato di ascolti pur non dovendo fare i conti con don Matteo e il pallone». L’analisi attenta dello share dimostra che Santoro è stato trascurato soprattutto dai laureati (che in genere si beavano dei servizi urticanti di Michele e dei graffi antiberlusconiani di Travaglio) e dagli abitanti del Piemonte, proprio la regione che Servizio pubblico ha privilegiato nei suoi réportage. Forse dalla rete si traggono le spiegazioni più autentiche del declino santoriano, spiegazioni semplici del tipo “ti affacci un attimo su Servizio pubblico e sembra che il tempo non sia mai passato, Santoro è il limbo della politica” twitta elp; “se inviti le capre in trasmissione poi i risultati si vedono” cinguetta Giovi; “Santoro dice che il 10 per cento degli italiani detiene un patrimionio 5 volte superiore al debito pubblico, chissà se lui è uno di quelli” posta un esagerato Andrea.