Nuovo record, la Boldrini si barrica negli uffici. Rampelli: ha violato le regole e mortificato il Parlamento

30 Gen 2014 14:44 - di Redazione

S’è barricata nel suo ufficio, porte chiuse a doppia mandata, in pratica possono entrare dall’interno solo i commessi. Brutto risveglio per Laura Boldrini che oggi conquista il record dei primati: ieri con la tagliola (o ghigliottina) con la quale ha chiuso d’imperio la discussione sul decreto legge Imu-Bankitalia, messo il bavaglio agli emendamenti, passato come un caterpillar sugli interventi previsti per passare alle votazioni. Non era mai successo nella storia della Camera. Oggi, altro precedente “storico”, fa chiudere i suoi uffici. Che abbia così paura di un assalto fisico delle opposizioni? In ogni caso non sta dando una bella prova di dignità istituzionale né di sobrietà nella gestione dell’Aula. Gestione talvolta difficile, si dirà, ma la terza carica dello Stato  bisogna meritarsela. Il giorno dopo il fattaccio non si contano le pagelle, quasi tutte negative, nei suoi confronti e nei confronti del questore di Scelta civica Stefano Dambruoso (accusato dalla grillina Loredana Lupo di averla spintonata). «Ieri abbiamo assistito in quest’Aula a comportamenti e episodi gravissimi, del tutto estranei a ogni cultura istituzionale ed a ogni prassi democratica», ha detto oggi la Boldrini in un’Aula semideserta, con i deputati del Pd a spellarsi le mani. Non la pensa così Fabio Rampelli, il deputato di Fratelli d’Italia che ieri è riuscito a raggiungere i banchi del governo per sventolare il cartello “Corrotti!” e poi un tricolore. «Ieri è stato mortificato il ruolo dei gruppi parlamentari – commenta – ed è stato fatto senza una pezza d’appoggio regolamentare,  non c’erano i presupposti per imporre la ghigliottina, forse la Presidente sia stata consigliata male dalla maggioranza». Non solo, ma una volta dichiarata la volontà di mettere ai voti il decreto ha impedito ai rappresentanti dei gruppi di prendere la parola. «La votazione di ieri si basa su un presupposto sbagliato e quanto è accaduto dopo – ha concluso Rampelli,  riferendosi alla bagarre in Aula – appartiene alla responsabilità della Presidente».

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