Minacciato di morte dopo il brano di Sanremo con il Principe, Pupo perdona il suo stalker
«Va bene, chiedi scusa al giudice e io ritiro la denuncia». Si è conclusa così, con un abbraccio e tanta commozione, la vicenda giudiziaria tra Pupo e F.G., chiamato a rispondere di minacce per via informatica indirizzate al cantante e conduttore. L’episodio era avvenuto nel 2010 quando, dopo la partecipazione di Pupo al Festival di Sanremo assieme a Emanuele Filiberto e Luca Canonici con Italia, amore mio, il blog del cantante era stato preso di mira da pesanti minacce di morte con messaggi quali «Ripudia il Principe o avrai le ore contate». Pupo aveva denunciato l’episodio e qualche tempo dopo il Nucleo Speciale Frodi Informatiche della Guardia di Finanza aveva rintracciato la persona proprietaria del computer da cui erano partite le minacce. Durante l’udienza tenuta davanti al Tribunale civile di Roma, l’uomo si è difeso dicendo di non essere stato lui a scrivere sul blog sostenendo la tesi che qualcuno si era infilato a sua insaputa nel suo computer. «A me la tua musica non piace ma mia mamma è una tua fan – ha detto l’uomo – e comunque non sono abituato ad offendere nessuno, sono una persona perbene». A quel punto, racconta Pupo: «L’ho guardato negli occhi e gli ho detto: “Non ti credo, ma vai davanti al giudice, chiedi scusa e io ritiro la denuncia”». Così è stato e, tra abbracci e commozione con Pupo, l’uomo è stato condannato al solo pagamento delle spese processuali. Sulla canzone di Pupo-Canonici-Filiberto, nacque perfino una diatriba politica, Michele Serra su Repubblica ha scritto addirittura che la canzone offriva «la faccia peggiore della destra». Contro gli interpreti del brano ci furono reazioni spropositate. Dopo l’esibizione al teatro Ariston, i tre furono insultati fuori dal ristorante dove erano andati a cena. Una decine di persone, quasi intonando cori da stadio aveva urlato “Vergogna, vergogna!”. Un clima incandescente che ha acceso gli animi anche tra i navigatori della Rete, come conferma l’episodio capitato a Pupo. Oggi è arrivato il perdono del cantante toscano: in fondo, «sono solo canzonette».