Milano, antagonisti scatenati al processo per i tafferugli scoppiati al centro sociale “Conchetta”

30 Gen 2014 11:42 - di Redazione

Alcune decine di giovani antagonisti hanno inscenato una protesta nell’aula della sesta sezione penale di Milano dove si è aperto oggi il processo a carico di dieci ragazzi imputati in relazione agli scontri avvenuti nel gennaio del 2009, quando venne sgomberato lo storico centro sociale milanese “Conchetta”. In particolare, le difese all’inizio dell’udienza hanno chiesto che uno degli imputati Mattia Zanotti – 29 anni e finito in carcere lo scorso 9 dicembre, assieme ad altri tre attivisti “No Tav”, perché accusato dai magistrati torinesi di attentato con finalità terroristiche per l’assalto al cantiere del 14 maggio 2013 – potesse seguire il processo fuori dalla gabbia (è l’unico imputato detenuto, ma “per altra causa”). I difensori, infatti, hanno fatto notare che il giovane non è detenuto per gli scontri avvenuti a Milano. Il giudice Raffaele Martorelli, però, ha respinto l’istanza delle difese. A quel punto i giovani che assistevano al dibattimento nello spazio riservato al pubblico hanno iniziato a gridare alcuni slogan come “tutti liberi” per alcuni minuti e il giudice ha fatto sgomberare l’aula dalle forze dell’ordine. E ha poi disposto che il processo riprendesse per ragioni di sicurezza nella maxi-aula della prima Corte d’Assise. Nel corso della manifestazione contro lo sgombero del 22 gennaio 2009 era rimasto ferito un dirigente del commissariato Garibaldi, colpito da un calcio. Cinque degli imputati sono accusati anche di rapina perché avrebbero portato via alcune felpe da un negozio di via Torino. Gli altri reati contestati, invece, secondo le indagini del pm Alessandro Gobbis, sono interruzione di pubblico servizio “per il turbamento della circolazione dei mezzi pubblici in viale Liguria, piazza XXIV Maggio e via Manzoni”, resistenza a pubblico ufficiale per il tentativo di forzare un cordone di polizia con il lancio di un fumogeno e prendendo a calci le macchine della polizia. Contestati anche il danneggiamento per aver divelto un cartellone pubblicitario e il danneggiamento seguito da incendio per aver dato fuoco a un raccoglitore dell’immondizia in corso Genova.

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