La sinistra ha fallito: Berlusconi è tornato in sella (e Renzi ha lavorato per lui)
L’iscrizione di Berlusconi e compagnia al registro degli indagati per il Ruby ter è certamente un atto dovuto che la Procura di Milano non poteva non fare dopo la trasmissione del fascicolo da parte del Tribunale che ha già condannato il Cavaliere sulla vicenda della giovane marocchina fatta passare per nipote di Mubarak. Certamente i tempi sono stati dettati dall’iter burocratico, ma è altrettanto certo che la coincidenza di questo nuovo filone con la riabilitazione politica e istituzionale che Renzi ha dato al leader di Forza Italia fa riflettere.
Dopo la condanna per il caso Mediatrade era prevalsa la tesi che la magistratura fosse riuscita laddove la sinistra politica aveva fallito, facendo fuori Berlusconi dal Parlamento e costringendolo a ritirarsi. Oggi, dopo l’accordo sulla legge elettorale e nonostante la nuova inchiesta, si ha invece la sensazione che anche il lavoro della magistratura sia fallito dal punto di vista politico.
Oggi il leader di Forza Italia è tecnicamente un pregiudicato, è stato condannato in via definitiva e interdetto per sei anni dalla politica per la Legge Severino, mentre la magistratura lo sta per interdire per due anni con una pena accessoria. Nonostante questo il Cavaliere è tornato centrale e – piaccia o no alla sinistra – grazie al rinvio del voto al 2015 potrebbe presentarsi alle elezioni come candidato premier immacolato.
Vediamo un po’ di date e numeri. I primi giorni di aprile la magistratura milanese dovrà decidere sull’affidamento ai servizi sociali e se tutto andrà com’è prevedibile dopo dieci mesi Berlusconi avrà terminato la sua “riabilitazione”. Tale percorso cancella anche le pene accessorie, perché riabilitando il condannato grazie al suo lavoro per la società lo “ripulisce” di tutto. Calendario alla mano il Cavaliere a fine febbraio 2015 sarà immacolato, con pena scontata e senza più interdizione giudiziaria. Resta l’interdizione derivante dalla legge Severino, che potrebbe saltare con il ricorso alla Corte europea dei diritti umani. È assai probabile, infatti, che Strasburgo bocci la retroattività di tali norme, permettendo così al Cavaliere di tornare tranquillamente in campo.
L’accordo di Renzi con Berlusconi ha fatto così vincere a quest’ultimo tre partite in una: 1) è tornato centrale, protagonista e riabilitato; 2) gli ha riconsegnato gli alleati che si erano sfilati o che si stavano sfilando, costringendoli a ritornare a Palazzo Grazioli; 3) il rinvio del voto al 2015 permetterà al Cavaliere di potersi candidare alla premiership.
Alla fine, dunque, Renzi potrebbe scoprire di aver lavorato più per l’avversario che per sé.