Il parrucchiere gay ucciso da un tossico. Marcia antiomofobia a Roma nello stesso giorno del sit in per la famiglia
Una persona è stata fermata dalla Squadra Mobile di Roma nelle indagini sulla morte di Daniele Fulli, il parrucchiere omosessuale di 27 anni il cui corpo è stato trovato due giorni fa nella Capitale, sugli argini del Tevere. L’uomo arrestato è un tossicodipendente romano di 32 anni, Andrea Troiso, che ha ucciso Fulli con un punteruolo. I due si erano conosciuti da qualche giorno. Secondo gli inquirenti la vittima avrebbe rifiutato un rapporto sessuale e per questo sarebbe stato ucciso la sera del 4 gennaio, il giorno stesso in cui è scomparso di casa. Il corpo è stato invece ritrovato solo il 7. Una seconda ipotesi racconta invece che forse Fulli cercava un rapporto più stabile mentre Troisio voleva rapporti più occasionali. Sarebbe quindi in ogni caso esclusa la premeditazione. Dai riscontri investigativi l’omicidio sarebbe inoltre avvenuto proprio sul greto del fiume Tevere dove è stato ritrovato il cadavere, probabilmente al termine di una lite tra i due, e non in un altro luogo come si era in precedenza ipotizzato. Un brutto fatto di cronaca su cui permane il tentativo di strumentalizzazione per la marcia delle associazioni Lgbt organizzata a Roma per l’11 gennaio. Ma in questo caso, secondo quanto riferito dagli inquirenti, l’omofobia non c’entra per nulla. L’appuntamento resta però valido in quanto in quella stessa data Manif pour tous Italia manifesterà in piazza Santi Apostoli per la famiglia tradizionale e naturale. Il portavoce del Gay Center, Fabrizio Marrazzo, ha inoltre chiesto al Comune di rimuovere i manifesti di Militia Christi in cui si dice “no a Roma capitale dell’orgoglio omosessuale”.