Bufera Tasi, la sceneggiata dei montiani: «Va cambiata o la maggioranza rischia»
Il balletto sulla casa deve finire. Venti di guerra e ultimatum incombono sul governo Letta. La Tasi sta mettendo a rischio la tenuta dell’esecutivo e Scelta civica minaccia seriamente la crisi di governo. Per i centristi il provvedimento sulla casa è «indigeribile». Tanto che, se il governo non modifica l’emendamento che riguarda le tassazioni sulla casa, Scelta civica potrebbe causare problemi a Palazzo Madama dove i numeri della maggioranza sono più risicati. La minaccia che non t’aspetti: «È l’ennesima modifica alla tassa sugli immobili», tuonano Stefania Giannini, Andrea Romano, Enrico Zanetti e Gianluca Susta in conferenza stampa. C’è bisogno di «una riforma in grado di chiudere la partita una volta per tutte sul fronte casa», spiega il responsabile politiche fiscali Zanetti, «evitando il susseguirsi di interventi legislativi». Esattamente ciò che avverrebbe qualora il Parlamento approvasse «l’ennesima modifica annunciata dal governo». L’emendamento infatti che l’Esecutivo ha fatto sapere di essere pronto a presentare non solo è «eterogeneo» rispetto al decreto legge al quale dovrebbe essere agganciato ma «non basta», tra l’altro, a risolvere i problemi secondo gli stessi Comuni, spiegano gli esponenti di Scelta civica. «In otto mesi – evidenzia poi Stefania Giannini – ci sono stati 40 interventi legislativi». Troppi, secondo Andrea Romano che sottolinea come «sulla casa in quanto bene primario non dovrebbe esserci tanta incertezza». Sc dunque propone «un tavolo che entro un mese e mezzo al massimo riscriva la fiscalità sulla casa», spostando e unificando le scadenze dei pagamenti al prossimo 16 giugno. Si tratta, evidenziano, di «un appello a Letta: a buon intenditore – dice Susta – poche parole. Il rischio per la maggioranza c’è ma ci sono anche i margini per ripensarci».
C’è poi una contraddizione di fondo nella proposta del governo di aumento della Tasi, da destinare alle famiglie numerose e povere. «Da un lato, il governo afferma di rispondere, con questo meccanismo, alla richiesta dei Comuni di coprire il “buco” di due miliardi di euro nelle finanze locali aperto dall’abolizione dell’Imu prima casa. Dall’altro, afferma che questa misura non prevede un incremento della pressione fiscale, perché si tratterebbe di una redistribuzione della pressione fiscale a favore delle famiglie povere e numerose», sottolinea il senatore di Scelta Civica, Gianpiero Dalla Zuanna. «Ma allo stato dei fatti, tutto questo rischia di trasformarsi in un semplice aggravio della tassazione, in quanto non si capisce se e come si intenda controllare se il maggior aggravio per tutti si possa tradurre in benefici a favore delle famiglie povere numerose». In buona sostanza Sc chiede che il pagamento della Tasi «venga differito a giugno,e che nel contempo si riordini tutto il sistema di tassazione della casa»