Alla Camera torna di moda il “dagli al fascista”. Ma gli eredi della Rsi, cioè i missini, avevano un altro stile
I blitz dei deputati Cinquestelle si diffondono quasi in modo virale in tutti i luoghi della Camera. Sono ovunque e ovunque creano provocazioni e incidenti. Incidenti del tutto insoliti a Montecitorio dove gli episodi di forte contestazione (a volte anche sopra le righe) sono quasi sempre avvenuti in aula, durante il dibattito. Oggi lo scenario a Montecitorio è quello di un Palazzo sotto assedio. La presidente Boldrini è blindata nei suoi uffici, tengono banco gli insulti sessisti di Massimo De Rosa (querelato dalle deputate del Pd), il quale ha rincarato la dose sostenendo che lui si rivolgeva a tutte le elette, non solo a quelle dei Democratici. La richiesta di impeachment contro Napolitano da parte dei grillini ha agitato ancor di più le acque della politica (oggi arriverà Beppe Grillo, per una riunione con i parlamentari Cinquestelle). E infine c’è stato il battibecco in sala stampa tra il capogruppo del Pd Roberto Speranza e il grillino Alessandro Di Battista, che con altri colleghi del suo gruppo ha fatto muro davanti ai microfoni impedendo a Speranza di fare la sua dichiarazione alle tv. Immancabile l’appellativo di “fascista” rivolto da Speranza al collega grillino. Un’accusa ribadita dalla stessa presidente Boldrini qualche minuto dopo: “È intollerabile ed evoca tristi memorie” che i deputati di M5S “abbiamo impedito ad altri deputati di essere intervistati, e dunque ai giornalisti di esercitare alla Camera il diritto-dovere di informare”. Anche la deputata del Pd Monica Gregori ha parlato di ritorno alla Camera dei fasci e delle corporazioni condannando la violenza verbale e fisica dei deputati grillini. Il termine “fascista” è stato oggetto di veri e propri abusi: contro Laura Boldrini, per l’utilizzo mai avvenuto prima della “ghigliottina” per far passare il decreto Imu-Bankitalia, contro i grillini da parte del Pd. Ma in tutto questo svolazzare di insulti e di esorcizzanti richiami al fascismo si dimentica che gli eredi dichiarati della Rsi, cioè i missini, in Parlamento non hanno mai orchestrato gazzarre di queste dimensioni. Risse, schiaffi e spintoni sono stati, semmai, un connotato della seconda Repubblica. Nella prima, alla Camera i dibattiti erano accesi e non mancavano gli scambi d’accuse, ma i missini, Almirante in testa, si facevano notare per l’ars oratoria e non per la foga manesca (che coinvolge anche un questore che prende a sberle una deputata del M5S).