Shock in tv, Santoro ospita il delirio dell’anonimo ultrà che incita la gente a uccidere i poliziotti

20 Dic 2013 11:26 - di Antonella Ambrosioni

«Siete alla canna del gas?». Il commento su Facebook di un telespettatore vale più di una condanna all’intervista delirante all’ultrà incappucciato mandata in onda da Michele Santoro su La7. «Cosa deve dimostrare Santoro intervistando ‘sti dementi? Ci mancava ‘sto sociopatico per alzare l’audience, sincerante sono deluso… Dove volete arrivare con queste interviste ai violenti?» La rete, mentre andava in onda Servizio Pubblico, ha avuto un moto spontaneo di indignazione di fronte a un servizio che ha dato voce a una delle facce più buie e pericolose dell’emarginazione sociale: un ultrà, che nel più totale anonimato ha mandato messaggi destabilizzanti, sprizzando una totale voglia di ammazzare contro la polizia, lo Stato, i politici, i conduttori televisivi, incitando e giustificando odio e violenza, senza alcun freno inibitore. Una delle pagine più basse del giornalismo, forse la più bassa, se pensiamo che i commenti più arrabbiati su Fb sono giunti proprio dai telespettatori più affezionati di Santoro che di solito sono in sintonia con i toni e i contenuti della trasmissione. Questa volta no. L’anonimo intervistato coperto da passamontagna stile black- block, che si è infiltrato nelle iniziative dei Forconi di questi giorni, ha regalato queste perle:

«Una manifestazione è come la torta per i golosi, ogni volta valuto se infiltrarmi. Se io domani parto per Roma e secco uno di quelli,  i poliziotti, ndr) sicuramente mi faccio l’ergastolo, ma vogliamo scommettere che in 24 ore ho più fan di Madonne ed Eminem… Guardi che siamo in molti a pensarla così», dice all’intervistatrice, Giulia Cerino. Messaggio non tanto vagamente intimidatorio. I politici: «Quando uno sbaglia, io ti punisco una volta, due volte,  la terza volta ti devo ammazzare, perché non è più sbagliare, ma perseverare». Il delirio prosegue contro i poliziotti: ma difendono lo Stato, tenta di dire la giornalista: «No, difendono i criminali, gente come quella che sta sempre da Barbara D’Urso, come la Santanché, che avrei una gran voglia di ammazzare, ma non posso perché ci sono ‘sti personaggi qua, i poliziotti». Il fondo del fondo (forse si poteva espungere dal servizio) è stato il riferimento al brigadiere dell’Arma Giuseppe Giangrande, ferito gravemente nella sparatoria davanti Palazzo Chigi. Un’apologia bella e buona: «Quando si vede che uno comincia a sparare alle gambe, io prima di sbagliare ci penserei due volte…Direi cazzo, forse è meglio che inizi a comportarmi bene…». Il servizio finisce e persino la “fedelissima” Giulia Innocenzi interrompe Santoro: «Michele, siamo inondati da proteste del pubblico da casa…». Ma lui, falsamente imbarazzato, se l’è cavata difendendo la scelta editoriale di mostrare la realtà e non una realtà edulcorata dall’atmosfera natalizia. Ma su Fb la gente non la pensa come lui e alcuni si arrabbiano ancora più: «Questo è il giornalismo in Italia!! Intervistare una persona che parla a nome suo e spacciarlo per il pensiero comune…vai Santoro…Tu si che lo sai come fottere gli Italiani..». Peraltro, va aggiunto che Santoro non si smentisce mai quando vuole infocchettare una sceneggiatura ben orientata e tendenziosa della realtà. Anche nel servizio “Tutti a casa (Pound)”, l’inviato chi ti va a rincorrere per cheidere le ragioni del loro manifestare? Naturalmente quelli più “brutti, sporchi e cattivi”, quelli che alle domande provocatorie non mantengono l’aplomb e non i tanti padri di famiglia con i loro figli, gente comune come tanta se e vede per strada, macché… Con Sgarbi che dal suo Iperuranio estetico citava i versi immortali di Ezra Pound, il film di Santoro è andato in onda.

 

http://www.serviziopubblico.it/2013/12/19/news/io_ultra_infiltrato.html

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