La “spocchia” di Monti non piace più a Casini. E Della Vedova si offende: “Ma come ti permetti?”

14 Dic 2013 17:31 - di Antonio La Caria

Meglio tardi che mai. Casini non ne può più di Monti e questo lo si sapeva già da un po’. Ma ora lo dice chiaro e tondo, con parole dure che sembrano lo sfogo di una rabbia repressa per troppo tempo: «Non accettiamo la spocchia di chi si sente unto dal Signore e usa atteggiamenti professionali. Quando si fa politica bisogna parlare alla gente». Finalmente. Eppure è stato proprio Casini, per mesi e mesi, a descrivere Monti come il salvatore della patria, l’uomo della provvidenza, colui che era stato chiamato – quasi per volere divino – a guidare l’Italia in un momento difficile e a farla risorgere dalle ceneri. È stato proprio Casini ad appoggiare tutti i provvedimenti che hanno fatto piangere gli italiani, presentandoli come “rivoluzionari” e “salvavita”. A difendere il Professore è il suo fedelissimo prediletto, quel Benedetto Della Vedova che considera ancora tutto ciò che fa Monti come un miracolo: «Grazie a lui la coalizione ha potuto superare il 10% del consenso degli italiani e anche l’Udc, con solo l’1,8%, è entrata in Parlamento e ha ottenuto ministri e presidenti di commissione. Noi continuiamo a pensare che la vera sfida contro i populismi sia il buon governo che fa le riforme anche disturbando qualcuno e ottiene risultati. Su questa strada continuiamo a chiedere che si muova l’esecutivo, guidato da quello che abbiamo sempre definito un eccellente Primo Ministro». Se Casini si è svegliato in ritardo, Della Vedova è ancora nel Paese delle Meraviglie.

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