La Littizzetto (orfana del Cav) prende di mira Cota e Fratelli d’Italia. La Lega presenta un’interrogazione
Con Berlusconi fuori dal Parlamento è dura la vita da comica. Prendete la rossa (in tutti i sensi) Luciana Littizzetto. Ormai ogni sera da Fabio Fazio raschia il fondo del barile. C’è da capirla: è sempre più difficile prendere di mira qualcuno che sia dall’altra parte della barricata. Domenica si è guadagnata la pagnotta (pagnotta al caviale, visto quello che guadagna) sbertucciando un esponente di Fratelli d’Italia e il governatore leghista del Piemonte. Sulla rissa al consiglio comunale di Roma, ha sguazzato sulla (finta) gomitata al sindaco Marino. Avrebbe potuto ironizzare sul comportamento del primo cittadino, che ha fatto una simulazione da far invidia a Chiarugi e Damiani dei tempi d’oro. No, è più prudente attaccare l’opposizione, la destra becera e violenta, rappresentata da Dario Rossin. Ma il peggio di sè, la comica di regime, l’ha esternato contro Roberto Cota. Gli sberleffi sono piovuti sui rimborsi in Regione Piemonte, una delle poche amministrazioni guidate dal centrodestra. Per poi concludere con uno sprezzante: «Cota, ecco cinque euro per la ricarica del telefono». La comica fazista e faziosa poteva ironizzare sui consiglieri del Lazio del Pd, su quelli dell’Emilia Romagna o di altre amministrazioni rosse. Non l’ha fatto. Facile intuire il perché. Non stupisce, quindi, la reazione del vicecapogruppo della Lega Nord alla Camera, Gianluca Buonanno. «Non è tollerabile che la Littizzetto continui a fare politica in maniera faziosa con i soldi pubblici. Milioni di euro che in tempo di crisi potrebbero essere utilizzati a sostegno delle famiglie o degli imprenditori che, per la vergogna di non poter pagare stipendi e tasse, si ammazzano. La Rai la sospenda se vuol recuperare un minimo di credibilità e non si sogni di affidarle un qualsiasi ruolo nel festival di Sanremo«. Buonanno ha pure annunciato di avere «già pronta comunque un’interrogazione parlamentare per conoscere gli emolumenti presenti e passati che Mamma Rai le ha elargito con i soldi pubblici».