In Macedonia compare una statua di Tito, l’ex dittatore comunista che massacrò migliaia di italiani nelle foibe
Sono rimasti davvero sorpresi gli abitanti di Skopje, capitale della Macedonia, che dalla sera alla mattina hanno visto spuntare nel centro della loro città una grande statua di Tito, l’ex dittatore comunista morto nel 1980 dopo aver dominato col pugno di ferro per 35 anni la vecchia Federazione Jugoslava e resosi responsabile di innumerevoli crimini, fra cui i massacri di italiani nelle foibe carsiche. Il monumento, posto davanti a un liceo intitolato al Maresciallo Tito e che rappresenta il sanguinario ex uomo forte della Jugoslavia in uniforme militare, è stato dichiarato illegale dalle autorità della capitale, che devono decidere sulla sua eventuale rimozione. Dopo che il Comune e il ministero della Cultura hanno smentito un loro coinvolgimento definendo illegale la statua, a rivendicare l’iniziativa è stato il Partito delle forze di sinistra di Tito, una piccola formazione non rappresentata in parlamento, che ha voluto in tal modo celebrare il 70/mo anniversario della nascita della Federazione Socialista Jugoslava (Rfsj), della quale la Macedonia faceva parte. La statua è una replica di quella di bronzo che si trova a Kumrovec, la piccola località della Croazia dove nel 1892 nacque Josip Broz Tito. In tanti, oltre a definire la statua di Tito illegale, ne hanno sottolineato la potenziale minaccia alla sicurezza dei cittadini. Alta sei metri, è stata infatti realizzata in gesso e poliestere e fissata al piedistallo con soli sei bulloni poco rassicuranti. C’è il timore che folate di vento forte possano farla cadere e ferire qualcuno. Sempre a Skopje, lungo uno dei ponti sul fiume Vardar, è stata eretta un’altra statua illegale, stavolta dedicata a re Dusan, il sovrano serbo che regnò dal 1346 al 1355 e che segnò l’espansione della Serbia alla Macedonia e alla Grecia, fino ad Atene. Anche in questo caso le autorità hanno detto di non saperne nulla.