Il comunicatore di Renzi? È già nella bufera: ha osato criticare Travaglio “bavaglio”
Altro che grillini, altro che giornalisti “segnalati” sul suo blog, altro che liste di proscrizione compilate dal M5S con i buoni e i cattivi da mettere alla gogna. C’è chi è accusato di aver fatto di peggio. È Matteo Renzi, al suo esordio da segretario del Pd, trascinato per il chiodo in quella fastidiosa polemica sulle “minacce” ai giornalisti non graditi che solo un paio di giorni fa aveva investito il leader dei Cinquestelle, alquanto insofferente alle critiche dei media che non considera “amici”. Nel mirino del Fatto Quotidiano è finito il neoresponsabile della comunicazione del Pd, Francesco Nicodemo, un napoletano di 35 anni, renziano della prima ora e protagonista di un’intensa attività da blogger e twittatore a sostegno della candidatura del sindaco di Firenze. «Segnatevi questo nome: Francesco Nicodemo. È il più grande autogol di Matteo Renzi. Si ignorano i suoi meriti comunicativi, a meno che per Renzi non sia da ritenersi un talento invidiabile quello di insultare e dileggiare tutti quei giornalisti che osano criticare Renzi…», scrive oggi uno delle firme di punta del quotidiano vicino ai grillini, Andrea Scanzi. Che poi elenca una lunga serie di tweet scritti da Nicodemo, nei mesi scorsi, sia contro lo stesso Scanzi che contro Travaglio. Lesa maesà, per quelli del Fatto, che così azzardano la bocciatura preventiva, l’editto bulgaro, la purga travagliana, chiedendo a Renzi di “liberarsi” di Nicodemo ed evocando una sorta di dichiarazione di guerra mediatica contro il suo uomo di fiducia. «Lasciamo stare la tenerezza che suscita un 35enne che passa buona parte della sua vita su Twitter a difendere il suo Dio, come neanche un bimbominkia di Justin Bieber. Lasciamo stare la fisiognomica (non sarebbe elegante). E lasciamo stare anche la capacità dialettica, un mix di balbettii e tentennamenti esilaranti (nei momenti tristi, andate a sbirciarlo su Youtube: vi tornerà il buonumore). Ammiriamo piuttosto l’idea di giornalismo libero del simpatico democratico Nicodemo…». Sorvolando sulla propensione alla fisiognocca (non sarebbe elegante) denotata da Scanzi nelle sue infinite okkupazioni della tv a ogni ora del giorno, sorvolando anche su chi sta tutto il giorno su Twitter e a fare cosa (basterebbe vedere la foto di Scanzi in posa da capitano Willard di Apocalypse Now per capire molte cose), la morale è sempre quella: il giornalismo deve essere libero, la censura è fascista, lo sfottò al nemico è ammesso. Ma non quando c’è Marco “bavaglio” di mezzo.