Anche dal vescovo di Padova solidarietà ai Forconi: «È gente che non ce la fa più»

21 Dic 2013 17:16 - di Mariano Folgori

Le parole del presidente della Cei Angelo Bagnasco, che nel giorno della manifestazione a Roma dei Forconi ha invitato ad ascoltare il «grido di dolore» proveniente dalle piazze d’Italia, hanno lasciato il segno e conducono oggi altri vescovi a mostrare attenzione e sensibilità verso il movimento di protesta esploso in queste settimane. Di grande significato sono ad esempio le parole del vescovo di Padova,  Antonio Mattiazzo: «Sono persone che non ce la fanno più, li ho incontrati in giro e con me sono stati molto rispettosi. È una questione di forte disagio e per questo vanno ascoltati. Penso serva una grande riforma strutturale del sistema economico e finanziario per un conversione etica della persone e per un superamento dell’individualismo». L’invito del presule di Padova è stato subito raccolto dal presidente della Regione Veneto, Luca Zaia: «Monsignor Antonio Mattiazzo ha ragione – afferma – dobbiamo ascoltare i Forconi, non demonizzarli né, peggio, considerarli una anomalia. I loro problemi sono quelli di tutti gli italiani onesti, che vogliono lavorare ed essere considerati dei normali cittadini, non dei salvadanai da spremere per coprire le voragini dello Stato». Per il governatore leghista il problema di questo movimento di protesta «è davvero quello di tutti: chiedono il diritto di avere reddito e lavoro, quel lavoro che hanno perso milioni di italiani e 170mila veneti, che è complicato e che costa più che altrove alle imprese senza dare agiatezza ai dipendenti. E vale anche per il lavoro d’impresa, quello che crea la ricchezza del territorio». «Ascoltiamoli – conclude Zaia – e soprattutto diamo le risposte delle quali hanno bisogno loro e tutti noi».

Le polemiche seguite alla manifestazione di mercoledì scorso a Roma non si sono però ancora placate. Il tentativo di criminalizzazione di quella parte del movimento che fa capo a Danilo Calvani sembra al momento aver fatto breccia in Mariano Ferro, leader siciliano del movimento. Ferro accusa in sostanza Calvani di troppa vicinanza alla destra. Ed è un fatto comunque singolare perché mercoledì, a piazza del Popolo, i simboli politici erano rigorosamente banditi. Il leader siciliano ha annunciato un’assemblea pubblica dell’ala “moderata” del Coordinamento 9 dicembre presso i giardini di Castel Sant’Angelo, nel centro di Roma. Ferro però avverte il presidente del Consiglio:  «Il governo non si illuda che sia finita la protesta.  Letta dice che con la legge di stabilita’ non vuole sfasciare i conti, ma noi non possiamo lasciar andare in rovina le nostre famiglie».

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