Berlusconi rinvia l’incontro e incalza: il governo ascolti le ragioni della protesta

11 Dic 2013 17:48 - di Giorgia Castelli

Non vuole che ci siano strumentalizzazioni. E quindi ha deciso di rinviare l’incontro con gli autotrasportatori. Silvio Berlusconi però non indietreggia di un centimetro e incalza: il governo deve convocarli e ascoltare le ragioni della protesta. «Da giorni – scrive il Cavaliere in una nota – il nostro Paese è bloccato dall’azione di protesta che vede insieme molte categorie produttive, ivi compresa una parte degli autotrasportatori, e che sta provocando disagi alla popolazione e al commercio. Sino ad ora il governo è apparso poco reattivo. Cosa aspetta a convocare queste categorie? Forse che accada qualcosa?». Il leader di Fi annuncia quindi di aver deciso, «per evitare ogni possibile strumentalizzazione, di rinviare l’incontro previsto per questo pomeriggio con una delegazione di autotrasportatori, ma rivolgo il mio invito al governo affinché si faccia subito interlocutore attento delle istanze rappresentate da migliaia di aziende che stanno pagando la politica recessiva degli ultimi due anni». Berlusconi avrebbe dovuto incontrare le rappresentanze dell’autotrasporto e del Trasportounito. E anche Gianni Alemanno dice che bisogna ascoltare le ragioni dei manifestanti. «Quella dei forconi – scrive sulla propria pagina Facebook – è la protesta di tutte le persone strozzate dalle tasse, preoccupate dall’aumento dell’Iva e contrarie a questa politica economica che segue pedissequamente i vincoli imposti dall’Unione Europa. Quella dei forconi è la protesta di tutti coloro che non si vogliono rassegnare alla crisi». Questo, spiega l’ex sindaco di Roma, «è il momento di ascoltare e comprendere le ragioni che portano milioni di cittadini, che difendono con le unghie e con i denti il loro diritto a sopravvivere in un’Italia diversa, a scendere in piazza. Invece, mio malgrado, noto che viene dato più risalto a quelle fasce violente che, come succede in ogni manifestazione, si infiltrano e deformano i motivi legittimi di questa protesta».

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