Un alunno si concia “stile Balotelli” e la prof gli taglia la cresta tra scherzo e ironia

7 Nov 2013 21:03 - di Gabriele Alberti

Cresta, quale orribile acconciatura. Ci voleva il senso dell’umorismo e l’ironia di un’insegnante di Italiano e Storia per prendere il coraggio a quattro mani, afferrare un paio di forbici e tra le reazioni divertite dei suoi studenti sforbiciare la chioma crestata alla Balotelli di un alunno (compiacente) del secondo anno. Subito la notizia si è diffusa dall’Istituto Tecnico per Geometri “Filippo Corridoni di Civitanova Alta nelle Marche al web. Un applauso alla prof. Alzi la mano chi non viene preso dalla stessa tentazione vedendo le improbabili capigliature di tanti divi del pallone che finiscono per fare tendenza tra gli adolescenti. Primo tra tutti a lanciarla SuperMario Balotelli. Dopo essere uscito vice-campione dagli Europei 2012, lascia il segno per le reti segnate e per quel capello portato a porcospino. Sulla sua scia Stephan El Shaarawy detto “il Faraone” ne porta una molto alta, come anche Marek Hamsik, che la porta da quando aveva 14 anni e giocava nelle giovanili della Sampdoria. A Djibril Cissé piace colorata. Non vi è squadra di A, di B, campionati minori, scapoli e ammogliati, che non scendano in campo acconciati secondo i dettami della nuova moda. La cosa sconcertante è che queste acconciature  sono diventate modelli estetici da imitare: soprattutto tra gli adolescenti. Di domenica, basta girare i campetti di periferia per vedere tantissimi “piccoli truzzi” che calciano esibendo inguardabili testoline scolpite, ossigenate. Roba da fare intervenire il “Telefono azzurro”. Insomma, la cresta “tira” e tutti (bene o male) ne parlano. Anche nelle classi, a scuola. Qualcuno, al di là del valore “artistico”, si è chiesto se queste acconciature (sempre annegate da interi tubetti di lacca e gel in quantità industriale) non rappresentino un pericolo durante le concitate fasi di gioco di una partita di calcio. Nathan Van Someren, rugbista australiano, è stato espulso dall’arbitro per “acconciatura pericolosa”: i capelli della sua cresta, ritti e duri come gli aghi di un porcospino, potevano rappresentare un’arma impropria durante le mischie infilandosi negli occhi di un avversario. Insomma, passando dal perimetro di gioco al perimetro scolastico, il professore spiritoso che ha rapporti di familiarità con i suoi ragazzi non avrebbe certo agito per fini punitivi ma per criticare in modo scherzoso un moda accettata acriticamente. Va detto poi che si è trattato di uno scherzo reciproco perché il ragazzo era consenziente e comunque si è trattato solo di una sobria “potatura”. Monere et delectare, dare un esempio divertendo è sempre bene accetto. E non si preoccupino quei pochi studenti meno dotati di senso dell’umorismo che, pare, abbiano commentato: attenzione, a forza di tagliar creste, si vedranno in giro molte teste rasate…

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