Tornano i bus nelle strade di Genova. E Grillo resta senza piazza da agitare
Dopo cinque giorni, hanno ripreso a circolare gli autobus di Amt a Genova, decretando formalmente la fine dello sciopero selvaggio. È il risultato dell’accordo approvato a maggioranza dai lavoratori dell’azienda di trasporto pubblico proprio nel giorno in cui la tensione era altissima, con la notizia della busta con un proiettile indirizzata al presidente di Amt. Il via libera all’accordo non è stato accolto bene da tutti i lavoratori, all’uscita dall’assemblea in cui si è votata l’intesa si sono verificati momenti di tensione soprattutto tra i lavoratori che volevano respingere la bozza di accordo. Nella bozza si legge che Amt resterà una azienda pubblica e che si darà vita ad un forte piano di riorganizzazione e rilancio del sistema di trasporto pubblico attraverso la creazione di un’agenzia che sarà pienamente operativa nella primavera del 2014. La Regione si è impegnata a reperire fondi europei per il rinnovo del parco mezzi circolante. Per quanto riguarda il disavanzo previsto dal conto economico previsionale 2014 ammontante a circa 8,3 mln, “l’azienda e il comune reperiranno le risorse per 4,3 mln”. “In tale processo – si legge ancora – il Comune e l’azienda si impegnano, unitamente ad altre azioni, a verificare la possibilità di ricostituire il capitale sociale attraverso diverse misure”. I rimanenti 4 mln saranno ottenuti, attraverso opportune intese con le organizzazioni sindacali e a tal proposito verrà attivato un tavolo di confronto che dovrà produrre l’articolazione della proposta.
La piazza rovente di Genova, che già Beppe Grillo si preparava a cavalcare, è stata dunque disinnescata. Il presidente della Regione Burlando e il sindaco Doria hanno lavorato velocemente e con crescente allarme per mettere il silenziatore a un caso che metteva in crisi la capacità della sinistra di dare risposte ai lavoratori. L’irruzione di Grillo ieri, ai cortei dei lavoratori Atm cui si stavano unendo altri dipendenti delle società municipalizzate, ha messo a tutti, soprattutto ai sindacati, una fretta indiavolata. Per i genovesi, costretti per giorni ad andare a piedi, è comunque un piccolo passo avanti. Proprio confidando nel malumore e nel disagio esplosi a Genova Grillo aveva convocato in questa città il terzo vaffaday per il 1 dicembre. Voleva fare le cose in grande stile ma intanto deve rinunciare alla presenza del teorico della decrescita Serge Latouche, che ha declinato l’invito: “Sono troppo impegnato”.