Sarkozy e Carla Bruni si baciano in bocca: in Francia boom del documentario “intimo”

5 Nov 2013 18:58 - di Giovanni Trotta

Nicolas Sarkozy in accappatoio negli appartamenti privati dell’Eliseo, mentre bacia la moglie Carla sulla bocca e sussurra parole dolci all’orecchio della figlia Giulia che ha solo qualche mese, o ancora canticchia un testo di Dalida o guarda una partita di calcio in tv. È senza dubbio un Sarkozy inedito quello presentato in “Campagna intimo”, il documentario di Farida Khelfa trasmesso sul canale privato D8, sui retroscena più intimi dell’ultima campagna presidenziale dell’ex capo dello Stato francese. La Khelfa è un’ex modella, attrice e documentarista, di origine algerina ma nata e vissuta in Francia. Il film di 52 minuti comincia esattamente il 15 febbraio 2012 quando l’ex presidente annuncia in tv la sua intenzione di ricandidarsi alle prossime elezioni e si conclude il 6 maggio 2012, con il voto del secondo turno dell’elezione presidenziale che segna la sua sconfitta contro il socialista François Hollande. «Mi sembrava che ci fosse una discrepanza tra l’idea che il pubblico aveva della coppia Sarkozy-Bruni e la realtà che io conoscevo – spiega la Khelfa, musa di Jean Paul Gaultier, molto amica di Carla Bruni -. Ho voluto mostrare l’uomo nella sua intimità. Carla è un’amica. Mi ha lasciato filmare tutto o quasi anche se non avevo spiegato chiaramente quello che avrei fatto». E aggiunge: «Carla ha molto sofferto in quei cinque anni (del mandato di Sarkozy all’Eliseo, ndr.), non ha potuto cantare, fare il suo mestiere». Tra le scene clou del documentario quella in cui Sarkozy riceve all’Eliseo l’ex premier Edouard Balladour venuto a consolarlo la sera del 6 maggio, dopo i risultati del secondo turno dell’elezione presidenziale. Balladour in quell’occasione ha ricordato all’ex presidente che il generale De Gaulle aveva la sua età, 56 anni, quando partì nel 1946 e ne aveva 68 quando tornò. «Il ricorso non esiste – ha replicato un abbattuto Sarkozy -. Non ci credo. Rovina la vita. Farò l’avvocato». E invece, chissà…

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