Russia, Ikea toglie dal catalogo la storia “lesbo” e viene impallinata. L’azienda: rispettiamo le leggi
Una casa condivisa da una coppia di lesbiche nella pittoresca contea di Dorset in Inghilterra, due donne sorridenti con un bambino decorano la propria casa in un’atmosfera idilliaca. Tutto nel prossimo catalogo mensile del colosso svedese dei mobili Ikea, diretto ai clienti europei: ma la storia è “sparita” nell’edizione russa della rivista, in ossequio alla legge contro la “propaganda gay” tra i minori voluta da Putin. Ed è subito un plotone d’esecuzione, secondo il ben noto copione inaugurato con il caso Barilla. Una portavoce della catena mondiale di prodotti per la casa ha ben spiegato: «Abbiamo due principi guida nella comunicazione all’Ikea. Il primo è il design per la casa, la seconda è che rispettiamo la legge», ha spiegato infatti Ylva Magnusson, una portavoce della catena mondiale di prodotti per la casa. Più chiaro di così. Ma sul caso è subito scoppiata una polemica con gli attivisti per i diritti dei gay in Svezia che hanno etichettato la marcia indietro di Ikea come “codarda”. Spesso i nemici più pericolosi dei gay sono le associazioni gay stesse, con reazioni isteriche e incontrollabili. Come anche il Gay Center italiano, che si sente in dovere di dare consigli, amplificando un caso già chiarito e circoscritto alla sola Russia. «Capiamo che Ikea debba rispettare le leggi russe, ma almeno chiarisca pubblicamente la propria contrarietà, istituendo semmai in Russia un fondo per le aiutare le vittime di omofobia», afferma Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay Center. Ad accrescere questo can can mediatico su twitter è il deputato di Sel Alessandro Zan, esponente del movimento gay: “#Ikeaomofoba si piega alle leggi anti-gay di Putin e cancella coppia lesbica da catalogo russo. Protestiamo”. Tanto per chiarire, la legge voluta da Putin punisce qualsiasi atto di «propaganda» omosessuale in presenza di minori. In base alla legge, la «propaganda di relazioni sessuali non tradizionali davanti a minori» è punibile con una multa che va dai 4mila ai 5mila rubli.