“Repubblica” contro Marina: “Sembra Edda Ciano, troppo magra, odia gli uomini”

1 Nov 2013 11:44 - di Guido Liberati

Chiamatelo “attacco preventivo”, consideratelo una “Desert storm” mediatica, come l’assalto delle truppe Usa in Iraq. Al posto di Colin Powell mettete una delle firme meglio pagate di Repubblica, Francesco Merlo. Nuovo bersaglio (o meglio fresca ossessione) è Marina Berlusconi, possibile “arma segreta” del centrodestra, capace di esaltare i sondaggisti di Arcore e terrorizzare gli anti-berlusconiani.  Sul quotidiano di De Benedetti da tempo Merlo, a intermittenza, appena si riparla di Marina in politica, viene sguinzagliato per azzannare la presidente della Mondadori. L’ultimo ritratto al vetriolo, sull’edizione di giovedì. «Marina è solo un marchio» è «la prigioniera del padre» contrabbandata da «giornalisti-dipendenti che la raccontano tosta», ma che in realtà essendo solo «un’ereditiera» «è una timida, musona, ingenua». Poteva mancare il riferimento con la figlia di Mussolini? Puntuale il paragone con Edda Ciano. E poi giù col pettegolezzo da “ha detto mio cugino”. «Qualcuno in azienda – scrive il giornalista siciliano – mi parla della crescente magrezza, che non è più solo fatica di bellezza, di un viso tirato e provato, di un nervosismo inconsueto soprattutto sul lavoro». E ancora con allusivo  maschilismo. «Marina ha una passione per i cani che ama “contro” gli uomini». E Silvio? Lui cerca «di fare della disperata Marina l’erede di una leadership politica, che non sarà mai dinastica come la proprietà della Mondadori o della Fininvest, lo scellerato papà rischia di trasformare la sua fata nella strega che seppellirà il berlusconismo».

Oggi, in risposta all’editoriale in prima pagina del giorno prima, Repubblica ospita la replica della diretta interessata. Ben nascosta a pagina 31. «Chi le dà diritto di scrivere simili sciocchezzze? Se proprio vogliamo affidarci alla psicoanalisi, ma quella seria, ciò che meriterebbe davvero di essere psicanalizzata», è «questa ossessione antiberlusconiana, questa vera e propria sindrome che obnubila intelligenze, analisi, ragionamenti e dalla quale anche lei mi pare tutt’altro che immune». La controrisposta di Merlo? In perfetto stile Repubblica. «Grazie di essersi arrabbiata». La guerra preventiva continua.

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