Prove tecniche di scissione tra i dem di Trapani: eletti due segretari cittadini
Se a Roma i dirigenti del Pd cercano di gettare acqua sul fuoco, in periferia l’incendio divampa furioso. La questione tesseramenti sta devastando il confronto interno dei democratici in numerose aree del Paese. Emblematico il caso di Trapani, dove la spaccatura del partito è stata clamorosamente sancita dall’elezione di due segretari, con tutte le furiose polemiche che ne sono seguite. Questo, in due parole, il conflitto tra le anime del Pd : l’area Dem (che in Sicilia fa riferimento al capogruppo all’Ars Baldo Gucciardi e al segretario regionale Giuseppe Lupo) e la stragrande maggioranza dei renziani, hanno eletto Francesco Brillante, mentre per l’area Cuperlo, Civati e la parte restante dei renziani (5 dei 24 circoli provinciali), il nuovo segretario è Danilo Orlando.
Alla base dello scontro c’è stata la «trasparenza sulle modalità del tesseramento», ha affermato Salvatore Daidone, presidente uscente del circolo di Trapani il quale, durante l’introduzione dei lavori del congresso che ha eletto Orlando, ha posto l’attenzione sui numeri. Le tessere rilasciate dal circolo sono 199, ma nell’anagrafe dei votanti i nominativi sono 703 dato che molte sono state consegnate ai parlamentari. Daidone ha parlato di una vera e propria Opa sul Pd. Calcoli che però vengono fatti in un altro modo dal congresso che ha eletto Brillante: «Durante l’ultimo tesseramento gli iscritti furono 650 e quest’anno in base alle aspettative al partito cittadino sono giunte 820 tessere”. “Avendone consegnate 703 – dice Brillante – siamo pure al di sotto». Per il candidato alla segreteria provinciale Marco Campagna: «Tutto questo non fa bene al Pd e per Trapani – dice al Giornale di Sicilia – è triste. Le regole ci sono e vanno rispettate». Già, le regole: è la parola magica che viene invocata per coprire l’amara realtà di un partito profondamente dilaniato, come mai era accaduto nella sua, pur turbolenta, storia. Ma ci vuole altro per fermare l’arrembante corsa alle posizioni di comando in una formazione politica sempre più soggiogata dalla frenesia del potere e sempre meno animata da Tensioni ideali. Le furiose polemiche che stanno devastando il Pd sta creando un’ansia cerscente tra i dirigenti nazionali del partito. Gianni Cuperlo si dice ad esempio «preoccupato» e propone di «chiudere anticipatamente i tesseramenti». Dalle parti di Largo del Nazareno si tenta di chiudere precipitosamente la stalla, ma forse i buoi sono già scappati.