Papa Francesco ringrazia i missionari che operano nel mondo «senza fare rumore»

4 Nov 2013 19:16 - di Sandro Forte

«Ringrazio tutti i missionari, uomini e donne che lavorano tanto per il Signore e per i fratelli senza fare rumore». Lo scrive Papa Francesco in un nuovo tweet. Già il 19 agosto il Santo Padre si era rivolto ai missionari, esortandoli ad uscire da loro stessi «per andare alle periferie geografiche ed esistenziali, per annunciare Gesù e far riconoscere il suo messaggio», in occasione del quarto Congresso nazionale missionario dell’Argentina svoltosi a Catamarca. Lo Spirito Santo – fu il suo auspicio – «vi doni forza e coraggio per agire senza paura e con ardimento e vi liberi dalla tentazione della comodità». I missionari sono da sempre le figure più “immacolate” della Chiesa, mai colpiti da scandali o polemiche. Fra i più grandi missionari dell’era moderna è certamente madre Teresa di Calcutta, al secolo Anjëzë Gonxhe Bojaxhiu, una religiosa e beata albanese, di fede cattolica, fondatrice della congregazione religiosa delle Missionarie della Carità. Il suo lavoro tra le vittime della povertà di Calcutta, in India, l’ha resa una delle persone più famose al mondo: ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace nel 1979, e il 19 ottobre 2003 è stata proclamata beata da Papa Giovanni Paolo II.
Nel messaggio, riportato dall’Osservatore Romano, scritto in occasione del concerto offerto nella basilica papale di Santa Maria Maggiore dal Coro sinodale del Patriarcato di Mosca, Papa Francesco ha riaffermato che «oggi la Chiesa può e deve respirare con i suoi due polmoni, quello dell’Oriente e quello dell’Occidente. Dove non riusciamo ancora a farlo pienamente, secondo la misura dell’unità chiesta da Gesù nella sua preghiera al Padre, possiamo farlo in tanti altri modi», uno dei quali è «il grande patrimonio di arte e cultura che le diverse tradizioni hanno prodotto per “la vita in abbondanza” del popolo di Dio». “La bellezza salverà il mondo” è la citazione della celebre frase di Fiodor Dostoevskji, uno dei più grandi scrittori dell’Ottocento russo, inserita da Papa Francesco nel messaggio per ribadire che «musica, pittura, scultura, architettura… in una sola parola la bellezza ci unisce per crescere nella fede celebrata, nella speranza profetica e nella carità testimoniata. Valutando la storia del cristianesimo nella sua portata millenaria – ha sottolineato il Papa nel messaggio che è stato letto in basilica dal cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese orientali – possiamo osservare che quanto separato per vicende storiche e per diversi modi di comprendere la rivelazione ha in fondo mantenuto profonda unità nell’arte».

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