Okkupiamo Roma: l’ultrasinistra si impossessa delle case di valore (alla faccia di chi paga il fitto)

8 Nov 2013 19:30 - di Sandro Forte

Continuano le occupazioni di case da parte di Action e dei gruppi di estrema sinistra, occupazioni di palazzi non nelle zone periferiche della Capitale – per venire incontro alle famiglie che non possono permettersi un tetto, sostengono i promotori – ma in quartieri residenziali e centrali, dove il valore degli alloggi è di gran lunga superiore. L’ultima in ordine di tempo in via Antonio Musa 10, una strada che è a metà fra la Nomentana e il Policlinico, nel Municipio II. «L’occupazione da parte di 56 persone di questo palazzetto storico costa alla collettività oltre 4 milioni di euro all’anno, più di 78mila euro per ogni persona occupante, circa 214 euro al giorno per ogni occupante», denunciano gli esponenti di Fratelli d’Italia, Andrea De Priamo, portavoce della Costituente romana, e Giovanni Provenzano, del Municipio II. «Non solo è l’ennesimo caso di occupazione illegale, ma ci troviamo di fronte alle trattenute economiche a danno delle tasche di tutti i cittadini romani e laziali, considerato che gli indennizzi economici per i proprietari degli stabili occupati gravano sul bilancio della Regione Lazio. Riteniamo Zingaretti – continuano De Priamo e Provenzano – doppiamente responsabile della situazione esistente perché prima ha venduto gli immobili della Provincia ed ora, con i soldi della Regione Lazio, paga le occupazioni abusive operate puntualmente dai soliti noti. Ai residenti e ai romani va tutta la nostra solidarietà e vicinanza, come Fratelli d’Italia chiediamo al prefetto di sgomberare urgentemente l’edificio e di rispristinare la legalità sul territorio, scrivendo la parola fine ad una situazione che non è più tollerabile». È stato rinviato al 28 novembre lo sgombero di un altro edificio, questa volta a San Giovanni, dove sono sorte, illegalmente, una biblioteca e una palestra, mentre invece le forze dell’ordine hanno regolarmente effettuato lo sgombero dello stabile di via Val d’Ala, occupato però da CasaPound, che ha vivamente protestato: «Constatiamo che, mentre viene sgomberata in poche ore un’occupazione vera, fatta per dare un tetto a diciassette famiglie in stato di gravissima emergenza abitativa a cui il Comune aveva promesso e mai dato una sistemazione dignitosa dopo la pacifica trattativa che le portò a lasciare Val d’Ala nel 2011, dall’altra parte è concesso all’estrema sinistra, coccolata da Marino in campagna elettorale, di rimanere in uno stabile pericolante, come quello occupato vicino piazza Vittorio, che come tale non può dare alloggio a nessuno».
Contro le occupazioni abusive stanno insorgendo un po’ tutti i Comitati di quartiere: «Abbiamo ribadito come l’illegalità abbia ricadute economiche e sociali sui cittadini del luogo, esprimendo con forza il fatto che la Regione non può e non deve farsi complice di tali atti e che ci aspettiamo invece da tale Amministrazione un riconoscimento dei diritti dei cittadini che con sacrificio hanno investito i loro risparmi a Ponte di Nona e Colle degli Abeti». Anche il consigliere Pdl al IX Municipio (Eur), Massimiliano De Juliis, ha denunciato «le occupazioni abusive “tollerate” ai casali del Papillo (che ormai hanno superato i 100 giorni)».

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