Nella Genova paralizzata dagli scioperi irrompe Grillo: “Sarà una lotta all’ultimo sangue”
La piazza di Genova è sempre più bollente per gli scioperi ininterrotti degli autisti dei bus Amt (che contestano la privatizzazione dell’azienda), cui si sono aggiunti i dipendenti di Aster (manutenzioni stradali) e Amiu (igiene urbana). È accaduto che il sindaco Doria, quello appoggiato da Sel e che doveva rappresentare una speranza della nuova sinistra, abbia pensato bene di ricorrere alla privatizzazione per salvare l’Atm dal fallimento. E subito si è acceso lo scontro, nel quale è piombato oggi anche Beppe Grillo, arringando i genovesi: “Questo è un punto di non ritorno. Io sono ancora più incazzato di voi. Se vengo qui sono strumentalizzato, perché voglio i voti, ma io non voglio i voti di nessuno. Io abito in questa città” e il cambiamento “deve partire da questa città”.
“Questa protesta – ha continuato Grillo mentre transitava sotto il teatro Carlo Felice di Genova, lasciando piazza De Ferrari dove era giunto il corteo dei manifestanti delle partecipate comunali – riguarda i lavoratori di Amt, che si devono unire agli altri, a quelli di Fincantieri, di Iren, in una battaglia comune”. L’intenzione è chiara: fare di Genova il centro di aggregazione di una ribellione sociale contro la politica delle privatizzazioni, accendere gli animi provati da una crisi che appare ancora senza vie d’uscita, sostituire la sinistra nella guida di una protesta che si rivolge proprio contro un sindaco di sinistra e anche premere sull’acceleratore della critica ai sindacati, superati e inutili. “Si stanno svendendo tutto – dice Grillo – sarà una lotta all’ultimo sangue, ci giochiamo tutto a partire da Genova”. Riferendosi ad Amt, Grillo ha detto: “Il piano industriale deve essere deciso insieme con i lavoratori. Serve un azionariato diffuso. I sindacati non hanno più ragione di esistere.
E ora il sindaco Doria tende la mano ai lavoratori: “Il Comune è disponibile a trattare sugli 8 mln di euro che mancano per garantire la salvezza di Amt. Ma dobbiamo sederci al tavolo e discuterne a 360 gradi. Nessuno può chiamarsi fuori”. “Il Comune fatica a trovare i 30 mln necessari – aggiunge – ma bisogna farlo. Con il contributo nostro e dei lavoratori sono stati salvati dei posti di lavoro nel 2013”.