L’ascensore del Duomo di Milano diventa un caso: la sinistra ha la “cultura del no”
Per il suo impatto “leggero” e per la sua “temporaneità” il progetto di un nuovo ascensore esterno al Duomo di Milano stuzzica molti. Primo fra tutti la Veneranda Fabbrica, l’ente che provvede alla valorizzazione, manutenzione e restauro del duomo che ha presentato alla soprintendenza il progetto dell’architetto Paolo Caputo. Favorevoli il ministro Maurizio Lupi (che porrà la questione al ministro Bray), il governatore Roberto Maroni, il presidente della Camera di Commercio, Carlo Sangalli e l’assessore comunale alla Cultura, Filippo Del Corno. La struttura panoramica andrebbe collocata sul lato Nord della cattedrale, verso corso Vittorio Emanuele e sarebbe a costo zero per la finanza pubblica. Ma il parere positivo della soprintendenza ancora non è arrivato e così qualche giorno fa il commissario e ad di Expo, Giuseppe Sala ha rilanciato il progetto: «Questa sarebbe un’occasione unica per richiamare turisti e rendere ancora più attrattivo il nostro celebre monumento». Il dibattito è aperto, Milano s’interroga e qualcuno comincia a mostrarsi perplesso, (come Italia Nostra e il Touring Club) che vede nel progetto qualche elemento di rischio. Ma l’orientamento prevalente resta quello positivo. «È indispensabile – osserva Giulio Gallera, coordinatore cittadino e consigliere comunale Fi-Pdl – per i turisti di Expo e aggiunge appeal alla visita della cattedrale. Un viaggio in salita verso le guglie con vista aperto su tutto il centro è quello che ci vuole per apprezzare la bellezza non solo del Duomo ma di tutta l’area del centro». Gallera spiega di aver visto il progetto, «è un ascensore leggero, che richiama colori e linee della cattedrale e dà l’idea di una città che si evolve, che non ha paura del nuovo e sa valorizzare la storia. Smettiamola con la cultura del “no” e diciamo sì a tutto quello che porta Milano nel futuro. L’ascensore aiuterà il duomo anche nel finanziare i restauri dopo la sospensione dei finanziamenti deciso da Pisapia. L’idea innovativa della veneranda Fabbrica aiuta Milano a invertire l’immagine regressiva, tutta vincoli e blocchi, che il Comune arancione sta dando della città facendo scappare i migliori architetti internazionali». Anche l’ex vicesindaco Riccardo De Corato (Fdi) è d’accordo: «Anch’io ho firmato la richiesta di mettere l’ascensore. La vicenda è semplice e non capisco le polemiche e anche lo stesso ministro Lupi si è detto d’accordo alla sua installazione. Qual è il problema?».