La Procura di Milano è già scatenata: nelle motivazioni del Ruby bis il Cav accusato di corruzione
All’indomani della decadenza di Silvio Berlusconi da senatore, la procura di Milano è di nuovo all’assalto: sono state infatti depositate dai giudici di Milano le motivazioni del cosiddetto processo Ruby 2 nelle quali si ipotizza per il Cavaliere e per i suoi legali il reato di corruzione in atti giudiziari. Berlusconi, secondo i giudici, elargiva denaro alle ragazze testimoni. Lo stesso reato è ipotizzato per Ruby e per il suo avvocato Luca Giuliante. Il legale si sarebbe interessato ”ai vari pagamenti in contanti e bonifici” che Karima avrebbe ricevuto ”periodicamente”.
In un passaggio delle motivazioni della sentenza a carico di Emilio Fede e Lele Mora, condannati a sette anni, e di Nicole Minetti, condannata a cinque anni, i giudici della quinta sezione penale (presidente del collegio Annamaria Gatto) ricostruiscono la riunione avvenuta ad Arcore il 15 gennaio 2011, quando dopo le perquisizioni del giorno precedente molte delle ragazze ospiti alla serate vennero convocate a Villa San Martino. ”Tutti i soggetti partecipanti alla riunione e, quindi, anche tutte le ragazze, sono gravemente indiziati”, secondo i giudici, del reato di corruzione in atti giudiziari. Le ragazze, infatti, ”che poi rendevano false testimonianze (…) in qualità di testimoni e, quindi, pubblici ufficiali, ricevevano denaro ed altre utilità, sia prima che dopo aver deposto come testimoni”. Berlusconi viene indicato dai giudici come ”colui che elargiva (e tuttora elargisce) le somme” alle ragazze. Gli avvocati Ghedini e Longo ”in qualità di concorrenti” avrebbero ”partecipato, nella loro qualità di difensori di Berlusconi, alla riunione del 15 gennaio 2011”.