La finta rapina al casinò: ora Stefania Ariosto è indagata per simulazione di reato
A volte ritornano. È il caso di Stefania Ariosto, la fatidica teste “Omega” protagonista nel lontano 1995 delle inchieste su Berlusconi e Previti. Da grande accusatrice che fece tremare potenti e big a indagata per simulazione di reato. A incastrare lady-gola- profonda le telecamere del Casinò di Campione d’Italia, di cui è un’habituée. I fatti risalgono alla notte del 19 ottobre quando nel parcheggio-Vip della casa da gioco l’ex compagna di Vittorio Dotti viene soccorsa dalla security in stato di choc. «Mi hanno rubato la borsetta» denunciava spiegando che conteneva 50mila franchi svizzeri (40mila euro). Una versione smentita ora dalla videosorveglianza: le immagini mostrerebbero infatti l’Ariosto intenta a disfarsi volontariamente della borsetta, tra le auto posteggiate e non rapinata. Riavvolgi il nastro, ed ecco la “vittima” che si aggira tra le auto, dà qualche occhiata attorno, e si disfà della borsa. «Riprese incomplete e fuorvianti» ha commentato l’Ariosto, «chi sostiene il contrario rischia una querela». Intanto la denuncia per rapina le si è ritorta contro: ora è lei a essere indagata dalla Procura di Como, per simulazione di reato. Una grana in più per la «teste Omega», che il mese scorso aveva riferito alle agenzie di sentirsi «un personaggio scomodo, tutti mi evitano».
Ex compagna di Dotti, uno dei legali del primo Berlusconi, fu lei a mettere nei guai il Cavaliere e Cesarone (Previti) nel processo per la corruzione dei giudici romani raccontando con dovizia di particolari la “guerra di Segrate” per il controllo della Mondadori e la crociera a bordo del Barbarossa «dove – dichiarò ai giudici – non si parlava d’altro che della questione Mondadori e Previti si vantò che la guerra contro De Benedetti non era stata vinta da Dotti, bensì da lui, comperando i magistrati». Fu l’ex compagno a spingerla alla denuncia per vendicarsi del concorrente? Ma fu lei a ritrattare e cambiare versione dopo essere stata lasciata per un’atra?.«Vedete cosa può combinare una piccola donna come me?», diceva ai giornalisti orgogliosa dei 400 procedimenti fatti aprire dalle procure. E ora? Incastrata per una piccola bugia. Forse l’ennesima.