Il Vaticano a Dario Fo: «Da noi nessuna censura, ma ora diciamo no allo spettacolo»

1 Nov 2013 13:01 - di Valeria Gelsi

Tirato per la giacchetta, il Vaticano risponde a Dario Fo. All’indomani delle polemiche sollevate dal Premio Nobel sulla presunta censura allo spettacolo di Franca Rama In fuga dal Senato, la Santa Sede precisa che del diniego dell’Auditorium della Conciliazione alla rappresentazione non sapeva niente, ma che visti il gran clamore mediatico e i modi poco opportuni con cui il Papa è stato tirato in ballo allora è proprio meglio che lo spettacolo non si faccia. «Dopo queste uscite mediatiche, che cercano di mettere in mezzo il Vaticano e il Papa in modo non corretto e forse addirittura strumentale, penso proprio che sia meglio che lo spettacolo non si faccia all’Auditorium», ha fatto sapere oggi il direttore della Sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, precisando che «in realtà nessuna autorità vaticana ne sapeva nulla, né alla Presidenza dell’Apsa, proprietaria dell’Auditorium, né in Segreteria di Stato, né ai Consigli della cultura o delle Comunicazioni sociali».

Invece, secondo la denuncia di Dario Fo, l’organizzatore dei suoi spettacoli, Fabrizio Di Giovanni, avrebbe ricevuto una email dai gestori dell’Auditorium in cui si diceva che «il Vaticano non ci ha autorizzato a procedere con lo spettacolo». Il Premio Nobel ha dato la sua interpretazione della vicenda in un’intervista a Repubblica di oggi: «Chiaro che il diniego non è di un tirapiedi qualunque, né può essere un cardinale impazzito che si mette a urlare “Basta con questo Fo”». «È chiaramente una decisione consapevole», ha aggiunto, rilevando però che questa decisione contrasta con lo spirito del pontificato di Bergoglio. «Questa è una follia, questo è quello che mi stupisce, che nella Chiesa ancora si consumino queste trame, mentre dall’altra parte c’è un Papa che sfugge alla consueta politica vaticana», ha sostenuto, per il quale «evidentemente in Vaticano, con il Papa che va avanti per la sua strada, c’è chi sta perdendo la testa». «Forse questa censura è un regalo che qualcuno in Vaticano ha voluto fare ai politici incavolati per quello che Franca racconta», ha aggiunto Fo, che comunque non se ne duole più di tanto «mi hanno fatto un grande regalo, forse mi vogliono bene, perché non fanno che farmi pubblicità». Un pubblicità che, dopo le parole di padre Lombardi sul fatto che il Vaticano non ne sapeva nulla, appare come un regalo che la produzione dello spettacolo ha fatto a se stessa.

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