Hanno vinto di nuovo gli ultras nel derby-farsa con minacce Salernitana-Nocerina. Trenta gli identificati
Alla fine gli ultras hanno vinto. Il derby-farsa di Lega Pro, Salernitana-Nocerina, è durato appena 20 minuti, ma ci vorrà molto più tempo a cancellare il danno d’immagine che ha subito lo sport italiano nella “maledetta” domenica appena trascorsa. Alla partita, notoriamente molto accesa, era stato vietato l’ingresso ai supporters di Nocera per motivi di ordine pubblico. Al che i tifosi hanno decretato il loro verdetto: questa partita non si deve giocare. Le minacce di morte ai calciatori della Nocerina devono essere state più incisive delle rassicurazioni della Questura. Così è iniziata la sceneggiata. Poco dopo l’inizio gli ospiti hanno chiesto 3 sostituzioni. Poi una lunga serie di infortuni con 5 giocatori della Nocerina usciti dal campo in barella a distanza di pochi minuti senza più rientrare. Il regolamento parla chiaro: in sei non si può giocare. La partita finisce qui. Silenzio stampa totale per la squadra, mentre il ds Pavarese ha annunciato che l’intera dirigenza della Nocerina è dimissionaria.
Intanto, sono una trentina gli ultrà della Nocerina, identificati attraverso i filmati in possesso della questura di Salerno. Gli agenti della Digos hanno ascoltato calciatori e dirigenti della Nocerina, mentre nel corso della notte e anche stamani sono stati visionati tutti i filmati e i documenti fotografici acquisiti, tra cui anche quelli relativi al faccia a faccia tifosi-calciatori, avvenuto ieri mattina dinanzi all’hotel di Mercato San Severino. La questura di Salerno comunica di aver emesso venti provvedimenti Daspo (Divieto di assistere a manifestazioni sportive) nei confronti di altrettanti tifosi della Nocerina.
In realtà, è tutto il “governo” del calcio che si rivela ancora una volta incapace di gestire potenziali situazioni esplosive. Parla di «vergogna assoluta» ed auspica una risposta adeguata dalla giustizia sportiva il direttore generale di Lega Pro Francesco Ghirelli, che invita anche dirigenti e calciatori ad «assumersi le proprie responsabilità». Dissenso verso le scelte in materia di ordine pubblico, invece, dal sindaco di Nocera Inferiore, Manlio Torquato, che ricorda come in altri casi siano state adottate misure diverse senza «delegittimare una intera tifoseria e, forse, una intera comunità». «Con le necessarie cautele e misure di ordine pubblico Salernitana-Nocerina poteva essere una festa di popolo». Arrabbiatissimo è il numero 1 del Coni Giovanni Malagò: «Sono molto arrabbiato con la Lega Pro perché questo argomento lo conosceva a memoria. È troppo facile dire purtroppo è successo, nel momento in cui queste tre squadre (Salernitana, Nocerina e Paganese, ndr) sono finite nello stesso girone. Bisogna che nella vita a un certo momento uno si assuma le proprie responsabilità».
Già ma chi inizia per primo? Nel momento in cui non si hanno gli anticorpi per rispondere a una situazione di grande minaccia, non si deve scendere in campo. «Farlo, e offrire quello spettacolo indecoroso, non è assolutamente accettabile perché si danneggia tutto il mondo del calcio», dice, durissimo, il presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete, che ammette che «questa problematica relativa alla rivalità tra tifoserie si trascinava da tempo e conferma le necessità di stimolare tutti i soggetti che ne hanno titolo a creare un rapporto civile con i tifosi, respingendo i delinquenti». Tutti bravi ora nelle analisi, ma proprio i vertici del calcio dovrebbero chiedere spiegazioni e pretendere risposte, senza cadere ogni volta dalle nuvole. Perché questi ultras «identificati» non vengono messi nelle condizioni di non «spadroneggiare»? C’è un evidente deficit di garanzia di legalità che si cerca di limitare con decisioni parziali. Come quella di interdire l’accesso di una tifoseria allo stadio o di chiudere le curve: gli effetti prevedibili di queste decisioni, bisogna poi monitorarli. Altrimenti aveva ragione Lotito ( presidente della Salernitana) a mettere sotto accusa la composizioni dei gironi della Lega Pro. Delle due l’una: o si tiene conto delle problematiche territoriali e si evita di far rientrare nello stesso girone Nocera, Salernitana e Pagano; oppure, se si decide che possono giocare insieme, non si impedisce ipocritamente ai tifosi di entrare allo stadio. Quel che è accaduto è figlio di tanti compromessi, di tante non-decisioni.