E Letta proclama Bersani “santo”: «Si è immolato per le larghe intese»
Tutto potevamo pensare, meno che Bersani fosse in odore di santità, una sorta di martire delle larghe intese. Ma, incredibile a dirsi, è proprio quello che ha dichiarato Enrico Letta nel corso della presentazione del libro Giorni bugiardi di Chiara Geloni e Stefano Di Traglia: «Bersani si è immolato dimostrando che ogni altra ipotesi di governo non era percorribile». A seguire il ragionamento del premier, quello dell’ex segretario del Pd sarebbe stato una sorta di sacrificio strategico: «Questo governo esiste perchè c’è stato quel tentativo di Bersani, altrimenti popolo ed elettori del Pd non avrebbero mai sostenuto il governo». Sfugge probabilmente al Presidente del Consiglio che l’aspirante “smacchiatore di giaguari” era finito all’angolo e che la sua ostinazione a inseguire l’idea balzana di un accordo con il Movimento 5 Stelle ha fatto perdere al Paese mesi preziosi. Altro che martire! Però tutto può tornar utile , in questo momento, pur di neutralizzare l’irruenza di Renzi. E quindi ci sta bene anche la glorificazione farlocca di uno dei leader più maldestri nella vicenda della sinistra italiana, che è anche lo storico nemico di Renzi. Insomma, il premier si tiene apparentemente in disparte rispetto alle beghe interne del Pd, ma i miasmi velenosi che si stanno sprigionando dalle parti di Largo del Nazareno stanno evidentemente cominciando a intossicare anche lui. Né, del resto, è sfuggito ad alcuni osservatori che la sua stessa partecipazione alla presentazione di un volume dedicato ai retroscena dei vari siluramenti all’interno del Pd, dopo le elezioni del 24 e 24 febbraio, non è cosa priva di significato politico. E nel libro ce n’è per tutti. Anche per Renzi. Letta ha già spedito Bersani nel paradiso degli statisti mancati. E appare improbabile che sia altrettanto magnanimo con il sindaco di Firenze, dandosi da fare anche lui per spedire il rottamatore nel limbo dei leader mai nati.