Da Londra a Giacarta, passando per Berlino: tra crisi e psicosi, è ancora allarme spionaggio

5 Nov 2013 18:53 - di Redattore 89

Indonesia e Australia sono a un passo dalla rottura, Berlino «invita a colloquio» l’ambasciatore britannico e Londra impone ai propri ministri il divieto di usare iPad e telefonini durante le riunioni. A livello globale è ormai psicosi spionaggio, oltre che crisi diplomatica permanente con uno stillicidio di notizie, sospetti e conferme ormai quotidiano. L’ultima scossa in Germania è arrivata dal Deutschlandfunk che, citando rivelazioni della “talpa” Edward Snowden al quotidiano The Independent, ha rivelato che l’attività di spionaggio nel Paese non era svolta solo dall’ambasciata statunitense, ma anche dal tetto di quella britannica. Prove, però, non ne sono state fornite e per questo oggi l’ambasciatore è stato “solo” invitato per un colloquio, e non convocato formalmente. Al ministero degli Esteri, poi, secondo quanto riferito da un portavoce, sarebbe stato un funzionario a fargli notare che «spiare le comunicazioni da una sede diplomatica sarebbe una violazione del diritto internazionale». Con gli Stati Uniti, qualche giorno fa, è andata diversamente: l’ambasciatore è stato convocato formalmente e a parlarci è stato il ministro in persona, passi assai più gravi di quelli compiuti verso il rappresentante di Londra. Gli Usa sanno di trovarsi in una posizione delicata e, non a caso, sempre oggi, mentre era in visita a Varsavia, il segretario di Stato, John Kerry, si è augurato che lo scandalo del Datagate non inquini gli imminenti colloqui per un accordo di libero scambio con l’Unione europea.

Sono quasi pronti a passare alle vie di fatto, invece, gli indonesiani nei confronti degli australiani. Dopo le rivelazioni sul sistematico spionaggio condotto dall’ambasciata australiana, Giacarta ha fatto sapere che è a rischio la cooperazione bilaterale di intelligence in materia di contrabbando umano e di terrorismo. «Stiamo riesaminando la partnership, i vari accordi con i quali i due Paesi si sono impegnati», ha detto il ministro degli Esteri, Marty Natalegawa, aggiungendo che il suo governo intende sponsorizzare insieme con Germania e Brasile una risoluzione anti-spionaggio presso le Nazioni Unite. La risoluzione chiederebbe di mettere fine all’eccessiva sorveglianza elettronica come «atto altamente intrusivo». Ma in Europa c’è già chi corre ai ripari come può: secondo il sito del Daily Mail, i ministri britannici non potranno più portare l’iPad alle riunioni del governo. Il timore è che i tablet possano diventare delle cimici visto che, secondo alti funzionari britannici citati dal tabloid, Paesi come Cina, Russia, Iran e Pakistan avrebbero sviluppato dei virus informatici capaci di convertirli in strumenti di spionaggio. E misure speciali sono state adottate anche per gli smartphone: quando sono impegnati in colloqui riguardanti la sicurezza nazionale, i ministri devono inserirli in speciali scatole insonorizzate per evitare, anche in questo caso, che qualche hacker possa attivare il microfono e carpire i segreti di Londra.

 

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