Arresti domiciliari per il sindaco leghista di Adro, quello fissato col Sole delle Alpi

8 Nov 2013 11:51 - di Redazione

Arrestato il sindaco delle provocazioni e delle polemiche: Oscar Lancini, primo cittadino di Adro, noto ai più per aver tappezzato una scuola del paese che amministra con il sole delle Alpi, è stato arrestato dai carabinieri ed è attualmente agli arresti domiciliari, accusato di falso in atto pubblico, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e turbata libertà degli incanti: in altre parole avrebbe favorito alcune aziende nella gara d’appalto per la realizzazione di alcune opere in paese. Nell’ambito dell’inchiesta sono 24 le persone indagate insieme a lui: il provvedimento di fermo ai domiciliari ha raggiunto, tra gli altri, anche Carmelo Bagalà, segretario comunale di Adro, l’assessore ai Lavori pubblici Giovanna Frusca, il responsabile dell’ufficio tecnico del Comune Leonardo Rossi, e due imprenditori edili, Alessandro Cadei e Emanuele Casali.

Oscar Danilo Lancini, 48 anni, sindaco del paesino della provincia di Brescia, di professione imprenditore, era tra i candidati della Lega Nord in corsa al Senato alle scorse elezioni politiche, ma non era stato eletto: una delle tappe di un cammino verso la notorietà che avrebbe conosciuto diverse traversie. La prima risale al 2010, quando Lancini balzò agli onori della cronaca per aver negato la mensa ai bambini di una scuola elementare del paese, l’istituto comprensivo “Gianfranco Miglio”, i cui genitori non erano in regola con il pagamento delle rate mensili. Sconcerto in paese e indignazione dell’opinione pubblica si diffusero velocemente, almeno quanto l’incredibile notizia; ma ancora non si era raggiunto l’apice della polemica, elevata alle stelle dalla controversa vicenda dei simboli leghisti, il Sole delle Alpi, disseminati per l’intero edificio scolastico. Fu un benefattore, un imprenditore, per ironia della sorte quasi omonimo del sindaco, Silvano Lancini, che si fece carico del primo problema, versando circa diecimila euro per far fronte alle somme dovute per il pasto scolastico e non saldate. Per quel nobile gesto, Lancini (Silvano) fu nominato cavaliere della Repubblica dal presidente Giorgio Napolitano. Nel secondo caso, invece, fu necessario l’intervento dell’allora ministro dell’istruzione Maria Stella Gelmini per rimuovere i simboli del Sole delle Alpi, iniziativa per cui Lancini, con suoi sei assessori, fu anche condannato dalla Corte dei Conti al pagamento di circa 10.600 euro. Oggi, l’ultimo capitolo di una storia amministrativa discussa e che farà discutere ancora a lungo.

 

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