Ad Atene sgomberata la tv pubblica Ert, occupata da giugno. E la troika vuole imporre altri licenziamenti
Alla fine è intervenuta la polizia nell’ex sede della tv pubblica greca Ert, occupata da giugno da ex dipendenti licenziati. Gli agenti hanno sparato lacrimogeni contro alcune centinaia di manifestanti radunatisi fuori dalla sede e hanno arrestato quattro persone, poi rilasciate. All’interno della sede si trovavano 50 dipendenti. L’emittente pubblica Ert è stata chiusa senza preavviso lo scorso giugno dal governo di Atene che, nella morsa della stretta finanziaria imposta dalla troika (Ue, Bce, Fmi), l’ha giudicata troppo onerosa. Il provvedimento è costato il licenziamento di circa 2.600 persone ed ha creato uno schock in Grecia. La sede dell’Ert, situata nella periferia nord di Atene, è stata circondata dagli agenti di polizia in tenuta antisommossa nelle prime ore del mattino. Secondo quanto constatato da un addetto alla sicurezza dell’edificio attraverso le telecamere a circuito chiuso, gli agenti hanno rotto le serrature e sono entrati correndo. E mentre una parte di loro procedeva allo sgombro dei locali dai suoi occupanti – soprattutto giornalisti licenziati – un’altra parte all’esterno respingeva con l’uso di lacrimogeni la protesta di alcune centinaia di manifestanti che si sono radunati in breve tempo per opporsi all’azione delle forze dell’ordine, non appena si è diffusa la notizia dell’evacuazione imminente. Il governo ha giustificato l’intervento delle forze dell’ordine sostenendo che era necessario “ripristinare la legalità” e spiegando che lo sgombero è avvenuto alla presenza di un magistrato.
Mentre Atene viveva nuovamente ore di tensione, i rappresentanti della troika, i tedeschi Matthias Mors e Clauss Mazuch e il danese Paul Tomsen, trattavano con il governo greco sul piano di risanamento dell’economia ellenica. Tra i problemi ancora irrisolti, lo spinoso nodo dei licenziamenti nel settore pubblico e quello del risanamento delle tre imprese a partecipazione statale, la Eas (sistemi di difesa), l’Elvo (autovetture) e la Larco (miniere e siderurgia), sulle quali la troika insiste che si tratta di industrie economicamente non sostenibili e quindi da chiudere. Inoltre si dovrà discutere delle richieste del governo greco che riguardano la riduzione della tassa speciale sul consumo del gasolio e del gas naturale oltre che il mantenimento dell’Iva sui ristoranti e i prodotti di ristorazione al 13%.