Spese folli nella rossa Emilia: uno scandalo enorme, raccontato a bassa voce

30 Ott 2013 20:00 - di Desiree Ragazzi

Le notizie sullo scandalo che ha travolto la rossa Regione Emilia Romagna piano piano escono, ma con il contagocce. Ben poca cosa rispetto a quelle che hanno inondato i siti per il caso Fiorito. Eppure gli sviluppi dell’inchiesta sulle spese dei gruppi consiliari emiliani hanno creato un grande imbarazzo a sinistra. Cuore dell’indagine sono i circa cinque milioni di euro di rimborsi arrivati ai gruppi nel periodo oggetto dell’inchiesta. Un paniere di migliaia di voci, dove ci sono anche spese per cene da oltre 200 euro a testa, consulenze, salumi, bottiglie di vino, un gioiello e perfino gli oramai “famosi” rimborsi da 50 cent per l’uso di toilette pubbliche. Spese folli sulle quali i pm vogliono vederci chiaro. Nell’inchiesta bolognese sono attesi a breve gli inviti a comparire nei confronti dei nove indagati. Passaggio propedeutico per permettere ai capigruppo, indagati poiché hanno firmato i rendiconti delle spese, di fornire chiarimenti. Dopo di loro è facile ipotizzare ci sarà una seconda ondata di “inviti” per singoli consiglieri che saranno chiamati a spiegare le voci finite nel mirino. Nel fascicolo è confluito anche quello sulle interviste tv a pagamento fatte da alcuni consiglieri. L’elenco degli indagati nei prossimi mesi potrebbe allungarsi. Mentre ci si prepara agli interrogatori dei capigruppo in carica all’epoca dei fatti contestati, finiti indagati, oggi in Regione c’è stata una riunione dei presidenti dei gruppi. L’incontro ha attirato ovviamente i cronisti. All’uscita pochi commenti. Marco Monari, capogruppo Pd, al centro delle polemiche per i rimborsi presentati per le cene, ha evitato le domande: «Lo faccio dopo, volentieri», ha risposto a chi gliene ha chiesto uno. L’ufficio di Presidenza dell’assemblea ha approvato il bilancio di previsione 2014. In una nota ha sottolineato che sul tema dei costi della politica (la voce “Attività organi assembleari”) la riduzione da inizio legislatura è di quasi del 22% (-4,6 milioni euro): dai 21 milioni del 2010 ai 16,4 inseriti nel bilancio 2014. Ma Rosaria Tassinari, sindaco Pdl di Rocca San Casciano, piccolo paesino del forlivese ha messo nero su bianco il suo sdegno. «Ai privilegi preferisco la paghetta casta che mi fa sentire simile ai cittadini per i quali sto dedicando una parte della mia vita» ha scritto, comparando l’indennità da 8.100 euro dei consiglieri regionali con quella di 950 euro da sindaco di un piccolo Comune.

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