Psyco-dramma a sinistra: l’Unità litiga con il Fagioli, il guru che censura l’omosessualità e odia Freud
Scomodo, egocentrico, rompiballe di professione. Torna nel mirino dei compagni, stavolta del comitato di redazione dell’Unità, Massimo Fagioli, uno degli psicanalisti più amati e odiato dal super Io della sinistra. Uno che ha strapazzato Vendola (l’omosessualità non fa star bene, deve essere curata), uno che considera Freud un imbecille, uno che nel cuore di Trastevere seduce militanti fagiolini e femme fatale con il cuore che batte a sinistra con le sue sedute di psicanalisi collettiva, uno che ha fatto rincoglionire l’amico Bertinotti portandolo al tracollo del 2008. Protagonista di tanti retroscena editoriali che lui, immancabilmente, «apprende dai giornali», il guru della psiche di gruppo viene attaccato dal sindacato dei giornalisti dell’Unità per le «parole inaccettabili» apparse su Left, l’allegato settimanale del quotidiano di cui Fagioli è ispiratore e padrino. Dietro il linguaggio onirico del santone, infatti, i giornalisti sull’orlo di una crisi di nervi denunciano il tifo fagiolino per il nuovo assetto societario controllato dall’imprenditore Matteo Fago (tra i fondatori del portale di viaggi Venere, venduto poi al colosso americano Expedia) che oggi possiede il 47,3 per cento delle quote. Il cdr è il primo a sentire puzza di bruciato nell’ultima rubrica apparsa su Left nella quale lo psichiatra racconta il percorso accidentato del suo glorioso movimento di analisi collettiva per il salvataggio di storiche testate della gauche italiana. «La redazione – si legge nel comunicato di domenica scorsa – ritiene inaccettabili le parole sul suo futuro di cui si è fatto interprete sul settimanale Left non si sa a che titolo».
Non sembra proprio una coincidenza che L’Asino d’oro, la casa editrice che dal 2009 pubblica i libri di Fagioli, sia stata fondata proprio da Fago insieme con Lorenzo, il figlio dello psichiatra-scrittore-giornalista. Dalla sottoscrizione per Lotta continua trent’anni fa alla lunga mano sul quotidiano fondato da Gramsci passando per il controllo poi fallito di Liberazione: c’è anche questo nella biografia del guru. Un occhio alla psiche e un altro al portafoglio: insomma “primun vivere deinde philosofare”. Da Left il guastatore lavora per affossare l’Unità: non è un mistero che il quotidiano e l’allegato settimanale nato sulle ceneri di Avvenimenti abbiano due linee incompatibili, quest’estate un numero anti-Napolitano di Left e la scandalosa pubblicità all’Unione degli Atei e degli Agnostici razionalisti fecero imbufalire l’allore direttore Claudio Sardo, bersaniano di ferro, che quattro giorni fa ha dovuto lasciare la poltrona a Luca Landò, il nuovo direttore-traghettatore messo pro tempore da Fago in attesa di trovare l’uomo giusto al comando. Landò è espressione di una linea più antagonista e radicale, molto distante dal vangelo di largo del Nazareno che ancora, per poco, resta la bussola politica ed economica dell’Unità. C’è lo zampino dello psichiatra sempre di moda? Fagioli si difende con lo scudo della libertà di pensiero. Che vogliono questi miopi giornalisti-sindacalisti? «A me interessa solo il rilancio dell‘Unità. Sono un libero cittadino ed esprimo un libero pensiero. Sono contento dell’iniziativa di Fago, ma io non c’entro niente…».