Marò, durissimo attacco del Cocer Marina al ministro Bonino: «Imbarazzati per lei»

2 Ott 2013 19:49 - di

«Finalmente! Dopo le dichiarazione del Ministro Bonino sembra chiarita la posizione della Farnesina: non riconoscere la funzione svolta dai nostri fucilieri, ma trattarli come sprovveduti vacanzieri capitati per caso in uno scontro a fuoco. Il Cocer ne prende atto». È un durissimo attacco quello che la rappresentanza sindacale della Marina Militare porta al ministro degli Esteri dopo che su Facebook, «forse in un momento di confusione politica – afferma il Cocer – ha scritto non è accertata la colpevolezza e non è accertata l’innocenza. I processi servono a questo”. Siamo sicuri – prosegue il Cocer – che ci sia un errore, siamo sicuri che il suo staff abbia scritto quel post così contradditorio per pura finalità mediatica. Ne siamo sicuri per due motivi: se quel post esprimesse il reale pensiero del Ministro, significherebbe che chi ha il dovere di tutelare i nostri fucilieri non ha la sensibilità di rappresentare in quale contesto è avvenuto l’incidente in questione e che non è possibile che un ministro degli Esteri della Repubblica, esponente di spicco della nostra nazione, affidi a Facebook un concetto così grave». I rappresentanti dei marinai sostengono di vivere «un momento di estremo imbarazzo: come si può accettare che l’India liberi marittimi tedeschi (accusati di reati simili), mentre trattiene i nostri ragazzi da oltre 500 giorni?». Per questo, conclude il Cocer, «il ministro Bonino chiarisca al più presto la sua posizione e ci incontri alla presenza del Ministro (della Difesa, ndr) Mauro. Nell’interesse dei colleghi abbiamo sempre seguito una linea di attenzione e sensibilità istituzionale, ma oggi non accettiamo che chi ci deve tutelare esponga al giudizio dei social network il personale che svolge un servizio alla nazione». Il post del ministro degli Esteri già ieri era stato definito «vergognoso» dall’ex ministro della Difesa Ignazio La Russa, secondo il quale il ministro Bonino dimentica «che i due fucilieri italiani da oltre un anno e mezzo sono trattenuti in India e che i fatti a loro contestati sono avvenuti in acque internazionali e dunque senza alcun diritto di giurisdizione da parte di Nuova Delhi». La Russa, presidente di Fratelli d’Italia, ha aggiunto che «il governo Letta non solo non tutela Salvatore Girone e Massimiliano Latorre ma addirittura legittima l’operato indiano. Le dichiarazioni della Bonino sono imbarazzanti e inaccettabili. Si scusi con i due marò e rassegni le dimissioni».

Anche sul fronte delle indagini il«metodo indiano» del procrastinare all’infinito la vicenda continua a imporsi: i ministeri della Giustizia e dell’Interno indiani hanno posizioni discordanti su come risolvere l’impasse esistente nelle indagini sull’incidente in cui sono coinvolti i marò. Lo scrive The Economic Times. Secondo il giornale, la Giustizia vorrebbe procedere all’interrogatorio degli altri quattro fucilieri che erano a bordo della “Enrica Lexie” attraverso una rogatoria, mentre l’Interno propende per un ricorso alla Corte Suprema. L’impasse nelle indagini riguarda il fatto che la polizia investigativa Nia esige, sulla base di una “assurance” improvvidamente depositata dall’Italia in tribunale, che i quattro marò si presentino a Nuova Delhi per essere interrogati. L’inviato italiano Staffan de Mistura ha chiarito che questa ipotesi è esclusa e ha offerto varie altre possibilità. Per il momento, conclude il quotidiano, il ministero dell’Interno resta fermo nella sua posizione di chiedere il parere del massimo tribunale indiano su come procedere per la chiusura dell’inchiesta. Nel marzo scorso, in una sentenza sul caso, la Corte suprema ha chiesto al governo di assicurare un rapido svolgimento delle indagini e un processo in un tribunale speciale che operi su base quotidiana.

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