Le gazzarra delle Femen al Parlamento spagnolo banalizza il dramma dell’aborto

9 Ott 2013 20:23 - di Corrado Vitale

Tremate, tremate le Femen si sono scatenate. Ma è dubbio che le loro provocatorie iniziative vadano al di là del puro e semplice sensazionalismo mediatico e siano effettivamente utili alla causa delle donne. La loro ultima performance ha avuto per teatro il Parlamento spagnolo. Al grido di «l’aborto è sacro!» tre attiviste hanno interrotto  l’intervento del ministro della Giustizia, Alberto Ruiz-Gallardon,  per protestare contro la proposta di riforma della legge sull’interruzione volontaria della gravidanza promossa dallo stesso ministro. Le tre Femen, sedute nella tribuna degli invitati del Congresso, si sono alzate durante il discorso del membro del governo e si sono tolte le magliette, rimanendo a seno nudo, con gli slogan pro-aborto disegnati sul petto. Su ordine del presidente della Camera, Jesus Posada, le tre giovani sono state accompagnate fuori dall’aula e poste in stato di fermo dagli agenti del commissariato, per essere identificate e messe a disposizione dell’autorità giudiziaria.

L’attuale legge sull’aborto, approvata nel 2010 dal governo socialista di Zapatero, consente l’aborto fino alla quattordicesima settimana di gestazione, introducendo termini per l’interruzione volontaria di gravidanza. Fra la quattordicesima e la ventiduesima  settimana consente l’aborto solo «per grave rischio per la vita o la salute della madre o del feto». Fatto qualificante della proposta del governo è la  possibilità per le minori di 16 e 17 anni di abortire solo con il consenso dei genitori o dei tutori.

Si tratta di delicatissimi temi di coscienza. E l’iniziativa delle Femen  rischia di banalizzare una discussione serissima. Né le giovani attiviste sembrano del resto pienamente consapevoli della gravità del problema. Persino le femministe più arrabbiate degli Anni Settanta non si sarebbero mai sognate di dire che l’«aborto è sacro». Anche per le “rivoluzionarie” del tempo che fu l’aborto era comunque un dramma. Di sacro c’è solo il diritto alla vita.

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