Informativa di Alfano alla Camera: «Ora l’Ue sostenga il Nobel per la pace a Lampedusa»

4 Ott 2013 17:11 - di Guglielmo Federici

Rientrato in mattinata da Lampedusa, il vicepremier Alfano nel primissimo pomeriggio era atteso per un’iformativa alla Camera sulla tragedia «che disonora l’Occidente», come aveva detto ieri il ministro dell’Interno.  Ad attenderlo un’aula inusualmente piena di deputati, per essere il pomeriggio di venerdì. È  stato più volte interrotto dagli applausi: in particolare quando ha elogiato i soccorritori ed ha ricordato la decisione del governo di indire per oggi una giornata di lutto nazionale. «Non vi è alcuna ragione per pensare che quanto accaduto ieri a Lampedusa sia l’ultima volta», ha detto. «La rabbia, l’indignazione, il senso di impotenza mi impongono di unirci al grido di papa Francesca, a quel “vergogna” che credo sia un sentimento collettivo». Inizia la drammatica ricostruzione: «Il barcone ha avuto un’avaria e si è fermato: Non è stato visto. Per chiedere soccorsi i migranti hanno dato fuoco a una coperta. Purtroppo oli e idrocarburi dei motori sono venuti in superficie e ciò ha causato un immediato Incendio all’imbarcazione che ha provocato il panico dei presenti che si sono sbilanciati su un lato facendo affondare la barca. Sul barcone c’erano forse più di 400 persone, sono state 155 le vite salvate, finora sono 111 le vittime. Importante – ha proseguito Alfano –  vedere se nella stiva del peschereccio affondato ieri a Lampedusa ci sono altri. Lì viaggia solitamente chi paga il biglietto meno caro, più poveri tra i poveri». Alfano ha puntato poi l’attenzione sulle responsabilità comuni non più procrastinabili che servono per una «strategia veramente integrata» dell’Europa per bloccare le partenze degli scafisti che sono «traffici di morte». Il ministro ha spiegato che per contrastare i mercanti di morte si rivela di primaria importanza stabilire «regole, rapporti bilaterali, convenzioni sottoposti a un principio di condizionalità nella cooperazione che imponga agli Stati da cui partono una cooperazione con noi per arginare queste partenze e poi una cooperazione tra le polizie, tra la nostra polizia e le polizie di quei Paesi, con la supervisione dell’Ue». Basta con la retorica e le polemiche, «queste sono le cose concrete che si possono fare di cui ho parlato ieri con Cecilia Malmstrom che presiederà la riunione dei ministri dell’Interno martedì a Lussemburgo». Occorre dunque «imporre agli Stati da cui partono una cooperazione con noi per arginare le partenze», così come serve «una cooperazione tra le forze di polizia con una supervisione dell’Europa». Alfano ha chiesto e ottenuto dalla Malstrom che la questione venga messa al primo punto dell’ordine del giorno della riunione di Lussemburgo. Prima di iniziare l’informativa alla Camera, Alfano, in un’intervista a Radio Anch’io aveva annunciato di voler sostenere la candidatura dell’isola di Lampedusa al Nobel per la pace. Una posizione che il vicepremier ha ribadito auspicando l’appoggio dell’Ue: «Anche l’Unione Europa sostenga la candidatura di Lampedusa per il Nobel della Pace». La questione è «se l’Europa intende difendere la frontiera che ha disegnato con il trattato di Schengen. L’Europa deve scegliere se essere o non essere». Si difende e contrattacca il portavoce della Malmstrom, scaldandosi in sala stampa con una giornalista francese che ha osservato come di fatto l’esecutivo Ue non abbia fatto niente per andare incontro alle richieste di aiuto dell’Italia negli ultimi due anni. «Tutto quello che dici è falso, Frontex ha salvato 16mila vite nel Mediterraneo».

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