In diretta da Nuova Delhi con la sua scuola di Bari: per il marò Girone esami di maturità via Skype

14 Ott 2013 14:40 - di Redazione

A confermare che i “leoni” del San Marco non si abbattono mai neppure di fronte alle peggiori avversità, c’è il ritorno fra i banchi di scuola del fuciliere Salvatore Girone, trattenuto in India da oltre 600 giorni con il commilitone tarantino Massimiliano Latorre, perché accusati di aver ucciso due pescatori del posto scambiandoli per pirati. Girone non rinuncia a conseguire il diploma di maturità e domani, grazie all’aiuto di internet, se non ci saranno problemi di collegamento che potrebbero emergere in seguito all’alluvione che ha colpito l’India in questi giorni, si collegherà via Skype con la scuola di Bari per sostenere la prova scritta che gli permetterà di accedere al quinto anno dell’istituto tecnico industriale Marconi. Salvatore era iscritto al corso serale e ora vuole continuare gli studi. Per questo domani l’istituto del capoluogo pugliese ha previsto un collegamento con l’ambasciata di New Delhi, in India, e permetterà a Girone di sostenere lo scritto al quale, dopo due giorni di riposo e ripetizioni sui libri, seguirà l’esame orale. Se Girone supererà le prove si collegherà con la scuola di Bari: il Marconi installerà una webcam in aula e lui un’altra nella sua stanza.

Riguardo alla vicenda processuale, domenica il quotidiano The New Indian Express ha scritto che è in atto un braccio di ferro fra i tre ministri indiani implicati negli sviluppi del processo e il governo sta cercando di risolverlo, preoccupato per i riflessi elettorali che il caso potrebbe avere. Il giornale sostiene che «lo scontro è tale che il governo ha deciso di consultare il procuratore generale G.E. Vanvahati per cercare di uscire dal pasticcio». Mentre i ministeri degli Esteri e della Giustizia sarebbero d’accordo nell’utilizzare lo strumento delle lettere rogatorie, si dice ancora, il ministero dell’Interno ha una posizione più dura, ritenendo che «l’Italia si è ancora una volta fatto beffe degli accordi» e vorrebbe per questo un intervento della Corte Suprema. Lo stesso ministero, aggiunge il giornale, ritiene che il rifiuto di parte italiana di mettere a disposizione della polizia investigativa Nia gli altri quattro marò che con Latorre e Girone formavano il team di sicurezza sulla Enrica Lexie «stia ulteriormente ritardando la chiusura delle indagini». Secondo la fonte ufficiale consultata da The New Indian Express, «i vertici del governo, temendo le implicazioni politiche di questo caso in un anno elettorale, vorrebbero chiudere la questione al piu’ presto e per questo hanno chiesto aiuto al Procuratore generale».

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