I “compagni” in piazza per difendere la Costituzione (senza sapere neppure che cos’è)

12 Ott 2013 18:46 - di Girolamo Fragalà

Tutti in piazza, “compagni”. E perché? Per difendere la Costituzione al canto di Bella Ciao. Loro non capiscono ma si adeguano, perché al richiamo della foresta non si può resistere e allora avanti con i pullman, i pugni chiusi e una giornata di lotta, l’ennesima. C’è la sfilata dei big o presunti tali, alla testa del corteo spiccano Maurizio Landini, il leader della Fiom, e Stefano Rodotà. Nulla di nuovo. Anzi, una messinscena che abbiamo visto parecchie volte, in ogni stagione c’è sempre chi usa la Carta come scusa, come arma più o meno letale per colpire l’avversario di turno, e da venerare come una divinità dell’Olimpo. L’hanno fatto i parlamentari grillini che sono saliti sul tetto di Montecitorio al grido “La Costituzione non si tocca”; l’hanno fatto i girotondini, tenendosi pateticamente per mano con una copia della Costituzione nel borsello; l’hanno fatto i pacifisti arcobaleno per scagliarsi contro la parata militare di Fori imperiali del 2 giugno che – a loro avviso – «ripudia la Costituzione». E la folla di sinistra sempre ad applaudire, magari non rendendosi nemmeno conto di quel che stava accadendo. Il problema è che il corteo Cgil-sinistra, partito da piazza della Repubblica a Roma per finire a piazza del Popolo, avrebbe dovuto avere il solito nemico (il centrodestra e se possibile Berlusconi) e invece s’è ritrovato a dover contestare Napolitano che poche ore prima aveva dichiarato che il momento è ormai maturo per discutere su un cambiamento della Costituzione.  Nella piazza “rossa” c’era anche Antonio Di Pietro, passato dall’altare alla polvere per volontà popolare, che ha rispolverato il «resistere, resistere, resistere» di santoriana memoria e poi ha aggiunto, con un tono da storico intellettuale: «Abbiamo già sperimentato tutto ciò nel periodo dell’avvento del Fascismo, quando all’inizio c’erano gli osanna del popolo e dopo sono state approvate delle leggi ad uso e consumo di pochi noti». Ma sì, un tocco di antifascismo non guasta anche perché la manifestazione è piena di bandiere rosse e si canta Bella Ciao. La ciliegina sulla torta l’ha messa Nichi Vendola:  «La nostra Costituzione è stata occultata nei suoi significati, manipolata, aggirata, ferita, umiliata. Non è stata pienamente realizzata». Il rituale è completo, il testo della commedia rispettato al cento per cento, non ci sono stati vuoti di memoria. L’unico dettaglio significativo però era il camion che apriva la manifestazione: vi erano affissi gli articoli della Costituzione. Sì, perché i “compagni” sono scesi in piazza per difenderla. Ma alzi un dito chi ne conosceva almeno due articoli.

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