Grillo show: chiede l’impeachment per Napolitano e prova a bloccare la legge sul femminicidio

11 Ott 2013 12:52 - di Gloria Sabatini

C’è il punto interrogativo, ma la sostanza è dirompente. Impeachment a Napolitano? Si intitola così il blog odierno di Beppe Grillo che spara a zero contro il Colle colpevole di entrare  a gamba tesa negli equilibri politici e di voler salvare il Cavaliere. Napolitano «ha esercitato le sue prerogative al di là dei limiti previsti dalla Costituzione, ha snaturato il senso politico e morale della figura del Capo dello Stato». Il lungo post è di Paolo Becchi, il giurista di riferimento dei Cinquestelle,  che per «costringere il presidente alle dimissioni» va a ripescare uno scritto di “re Giorgio” del 1991 contro l’allora presidente della Repubblica Cossiga. «Il precipitare della grave questione costituita dai comportamenti sempre più abnormi e inquietanti del Presidente della Repubblica non è che l’ ultimo anello della spirale involutiva che sta stringendo il Paese», scriveva Napolitano contro il picconatore. Oggi lui fa peggio: «Che ne è oggi del senso della misura al Quirinale?», chiede provocatoriamente Becchi criticando la posizione faziosa del capo dello Stato su amnistia e indulto, naturalmente per salvare il Caimano. Di qui la la richiesta di impeachment, quella che nel diritto anglossassone è la messa in stato di accusa che in Italia non è prevista. Per il professore pentasellato, invece, sarebbe il momento in cui «il Parlamento valuta la condotta del Re: sulla base della Costituzione lo accusa, lo giudica e lo condanna politicamente,  indipendente dal giudizio che darà poi la Corte Costituzionale». Immediate le reazioni tra l’ironico e il divertito. «Non ci sorprenderemmo adesso se si scagliasse contro il Papa chiedendone la sostituzione», commenta il democratico Andrea Martella. La verità è che Grillo, in evidente difficoltà a tenere insieme la piazza, le ribellioni in rete e l’esercito di parlamentari approdatati nel palazzo, è costretto ad alzare ogni giorno l’asticella. Così  dopo il fuor d’opera sull’immigrazione, oggi i senatori Cinquestelle si sono distinti per un’altra iniziativa destinata a suscitare polemiche presentando una pregiudiziale di costituzionalità (respinta dall’Aula) al disegno di legge sul femminicidio che oggi inizia la discussione a Palazzo Madama a tappe serrate. È un fotofinish contro il tempo quello che vede i senatori alle prese con il via libera del provvedimento già approvato alla Camera che scade il 14 ottobre. Settanta gli emendamenti che il presidente Grasso ha chiesto di illustrare per iscritto per velocizzare “la pratica” ma anche qui i grillini alzano la voce, anzi si consegnano al silenzio. La senatrice Michela Montevecchio chiede che i cinque minuti che aveva a disposizione per intervenire sul disegno di legge vengano impegnati con il silenzio dell’Aula per riflettere sulla gravità delle norme contenute nel testo. «L’aula la dirigo io» corto Grasso dando la parola a un nuovo oratore.

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