Facciamo un dispetto ai vecchi sessantottini: diamo del “lei” ai professori

26 Ott 2013 16:40 - di Francesco Signoretta

Diamo uno schiaffo a quel che resta delle vecchie logiche sessantottine, anche a costo di passare per retrogradi o per nostalgici. Quella del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, forse è una battuta o comunque è una piccola provocazione («le maestre si facciano dare del tu dagli alunni») ma ha un suo senso perché è vero che nella scuola si senta un bisogno assoluto di restituire una certa autorità e un certo rispetto a chi sale in cattedra. Certo, non è tutto uguale, alle elementari il discorso è diverso perché i bambini non sono abituati a usare il “voi” o il “lei” ma già alle medie, per non parlare dei licei, la situazione dovrebbe cambiare. Tutto è nato negli anni Settanta, nella stagione della politicizzazione assoluta, quando cominciò il ricambio generazionale nel corpo docente, con i primi insegnanti sessantottini che – in nome della “rivoluzione” didattica – si facevano dare del “tu” dagli studenti per rompere quell’autoritarismo che consideravano un’eredità fascista. Non a caso il “voi” si usava durante il Ventennio ed era considerato un segno di rispetto nei confronti delle persone, anziani soprattutto, ma anche personalità importanti. Poi, con la caduta di Mussolini, il “voi” fu bandito (anche se in alcune parti dell’Italia meridionale continua a essere usato per consuetudine) e subentrò il “lei”, con cui giovani e ragazzi si rivolgevano ad anziani e docenti. Le cose sono andate avanti così per oltre cinquant’anni, fino a quando anche il “lei” ha perso diritto di cittadinanza e  si preferisce usare il tu, che abbatterebbe le barriere e metterebbe tutti su un piano di parità, non solo nella scuola ma anche nella società. Una sorta di sacca di socialismo reale. «Una volta – ha detto Zaia – si aveva paura anche del vigile urbano, adesso i bambini non hanno più paura di niente». Cosa che, a suo avviso, non deve stupire, visto che persino «le maestre si lasciano dare del tu».  «Non è un amarcord, io sono per la modernità – ha precisato Zaia – ma vorrei porre la questione. Nella lingua inglese dare del “tu” alla regina è una cosa normale, in italiano usare il “tu” o il “lei” è un segnale di rispetto dei ruoli. Fossi un educatore, mi chiederei se sia più corretto nella formazione primaria dei bambini far dare del “tu” a un insegnante, che rappresenta prima di tutto un’istituzione importante, oppure del “lei”. Forse – ha concluso – varrebbe la pena di approfondire». O meglio, sarebbe giusto cancellare un altro residuo sessantottino per evitare, un giorno, di darci tutti del tu e chiamarci “compagni”.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *