Faccia a faccia tra Alfano e Berlusconi. Santanchè: se serve, offro la mia testa
Palazzo Chigi fa sapere che non sono pervenute, al momento, lettere di dimissioni dei sottosegretari e dei viceministri del Pdl. Ma alla vigilia delle comunicazioni che Enrico Letta farà domani mattina al Senato e mentre circolano voci di un imminente strappo di Angelino Alfano rispetto alla linea pro-elezioni scelta da Berlusconi, a Palazzo Grazioli si svolge un nuovo vertice, con i capigruppo di Camera e Senato e con Denis Verdini. Arriva anche Alfano, che poi rimane solo a colloquio con il Cavaliere mentre gli altri se ne vanno. L’obiettivo è ora quello di riportare unità e serenità nelle file azzurre. Fabrizio Cicchitto a Montecitorio parla chiaro: a suo avviso bisogna correggere l’errore commesso ritirando la delegazione dei ministri. Tira le somme Altero Matteoli: “Il governo Letta non esiste più. Le possibilità adesso sono due: o il voto anticipato oppure un altro governo di larghe intese che potrebbe nascere se ci fosse vera par condicio politica tra Pdl e Pd. Ad altre possibilità non credo”. Mario Mantovani, coordinatore lombardo del Pdl, si dice sicuro che alla fine scissioni non ce ne saranno e ribadisce che il ricorso al voto popolare è fondamentale. Daniela Santanchè, invisa ai “moderati” e indicata dai giornali come personaggio la cui influenza su Berlusconi starebbe diventando nociva secondo Alfano, si fa viva con una dichiarazione: “Offro la mia testa al segretario Alfano come condizione per mantenere l’unità del partito”.
Si è riunita anche la segreteria del Pd che ha confermato la linea di “sostenere Letta in questa operazione di chiarezza” sulla crisi. Lo ha detto Enzo Amendola, componente della segreteria aggiungendo che l’obiettivo “è discutere su quello che serve all’Italia e vedere chi ci sta”. Ma proprio sulla procedura che Letta dovrà seguire per la sua “operazione verità” è Renato Brunetta a sollevare una questione sostanziale: può il premier chiedere la fiducia senza prima aver risolto il nodo delle dimissioni dei cinque ministri Pdl? Prima di farlo, incalza Brunetta, Letta deve dire se accetta o no le dimissioni, se procede a un rimpasto o a un interim. Ma chiedere la fiducia per un governo “zoppo” sarebbe del tutto irrituale.