E dopo le barricate la sinistra scopre che la vera rivoluzione è… rispettare la fila
Nel 1987 un libro di Giampiero Mughini, Compagni addio, nel salutare per sempre i sogni di rivoluzione si concludeva con l’elogio dello stare ordinatamente in fila (una cosa che agli italiani riesce raramente). Un finale che fu interpretato come epilogo “minimalista” delle speranze incendiarie di una generazione.
Eppure, nell’area della sinistra e degli ex di quella parte politica, l’idea deve avere fatto breccia al punto che oggi, a distanza di oltre vent’anni, l’elogio della “fila” viene recuperato da Michele Serra su Repubblica. E la “fila” non è solo una questione di buona educazione, ma una sorta di nuova metafora di una civiltà progredita e ordinata, dove tutti si rispettano, dove tutti stanno al loro posto. Una metafora che fa impressione, perché si presenta un po’ come la sintesi di ciò che sta “dopo” le ubriacature ideologiche. E siccome la sinistra non ce la fa più a supportare il mito delle barricate, delle piazze altisonanti e delle regole da scardinare per ricostruire una società di eguali e anche la destra, da parte sua, non può più baloccarsi con le caste e le gerarchie e le società a strutture piramidali, allora si arriva alla stessa immagine, la fila, che venne usata da Mughini e che oggi torna nell’accorato appello di Michele Serra a stare tutti disciplinati. La fila che Edoardo Bennato irrideva cantando, negli anni Settanta, “In fila per tre” (quando non si doveva essere né buoni né disciplinati).
L’ordine, dunque, almeno praticato in quella dose minima che non merita di essere definita “reazionaria”, risulta alla fine come l’unica ricetta digeribile se non si vuole scivolare, di progresso in progresso, nel caos dell’anarchia, dove tutti sono più liberi certo, ma di farsi i fatti loro. E l’ordine non è più un concetto tabù per chi era cresciuto nel pantheon degli eroi della ribellione ad ogni autorità. Quest’ultima, direbbero gli autori veramente “reazionari” è stata uccisa da tempo. E in assenza di autorità, anche fare ordinatamente la fila è un surrogato che può andar bene. Può andare bene alla sinistra, come alla destra. Ma attenti: l’Italia furbetta, un po’ ipocrita e un po’ “democristiana” troverà sempre il sistema per saltarla, la fila. Perché la filosofia dell’aiutino è e resta eterna e inamovibile.